Alitalia, salta la trattativa: sciopero il 23 febbraio
CronacaSfuma la soluzione conciliativa. L’agitazione di 4 ore proclamata da tutti i sindacati confederali: “Chiusura ostinata dell’azienda su piano industriale e contratto”
Saltato ogni tentativo di mediazione, i lavoratori dipendenti di Alitalia proclamano uno sciopero di 4 ore per il giorno 23 febbraio, dalle 14 alle 18. L’annuncio unitario arriva dalle segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl-Ta, motivato dalla “ostinazione dell'azienda a perseguire una condotta di chiusura”.
I motivi della protesta – I sindacati parlano di “totale assenza di un piano industriale” e di “scelte unilaterali di disdetta del contratto nazionale del trasporto aereo che violano gli accordi vigenti, e cancellano automatismi di adeguamento retributivo”. Oltre che di “ripetute violazioni dei numerosi accordi integrativi al contratto collettivo”. L’apertura della vertenza era stata annunciata l’11 gennaio scorso. I sindacati confederali si erano detti “preoccupati per le sorti di Alitalia e delle lavoratrici e lavoratori che in essa operano" e lamentavano l'"assenza di un confronto sostenibile e credibile sul piano industriale di rilancio della compagnia, atteso da oltre 6 mesi".
La conciliazione? Un flop – La procedura per cercare una soluzione conciliativa della vertenza aveva già registrato un primo esito negativo nella riunione in sede aziendale del 20 gennaio. Oggi il tavolo delle trattative è saltato anche nel secondo passaggio al ministero del Lavoro. “Impossibile per le parti trovare soluzione conciliativa”, si legge nel verbale del ministero.
Giornata nera in vista – L’agitazione è prevista il 23 febbraio, con uno stop di 4 ore. Per quella stessa giornata sono già in programma altri due scioperi di 24 ore del personale Alitalia: uno proclamato dal Cub trasporti; l'altro, solo del personale navigante, da Anpac, Anpav e Usb. Alitalia nel frattempo, è stata sollecitata ancora una volta dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio a presentare un piano industriale "di rilancio". Il ministro, dal canto suo, ha escluso un intervento pubblico per il salvataggio della compagnia.