Protagonista delle feste pagane degli antichi romani, rappresentava la natura e l'abbondanza. Nel Medioevo, però, con la condanna della Chiesa, ha assunto l'aspetto di un'anziana a cavalcioni di una scopa divisa tra bene e male
Una vecchia signora a cavallo di una scopa che, nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, vola nelle case per lasciare dolcetti o carbone ai più piccoli. La Befana è la protagonista di una giornata di festa, quella dell’Epifania, che viene celebrata 12 giorni dopo il Natale. La figura della strega a cavalcioni di una logora scopa ha origini antiche che si fondono tra culture pagane romane, leggende germaniche e cattolicesimo.
Le origini - Il nome Befana deriva da Epifania che - in greco antico - significa “manifestazione” e che è la festa cristiana celebrata il 6 gennaio, con cui si ricorda anche la visita dei Re Magi a Gesù bambino. Ma le origini della strega non vengono dall’ambiente cattolico, bensì da quello dei riti pagani adottati dagli antichi romani. Secondo il loro calendario, 12 giorni dopo il solstizio d’inverno si dovevano celebrare la morte e la rinascita della natura. In queste 12 notti, i romani credevano che delle figure femminili volassero sui campi per rendere i raccolti fertili. Nel corso del tempo la donna che vola fu associata a diverse divinità, prima fra tutte Diana, dea della cacciagione e della vegetazione. Ma la Befana potrebbe anche trovare le sue origini in dee come Abundia, divinità dell’abbondanza, o Satia, a cui corrisponde la sazietà. Un’altra antica festa romana con cui si celebrava l’inizio dell’anno, quella in onore di Giano e Strenia, potrebbe collegare la Befana al mondo romano perché era previsto che i partecipanti si scambiassero dei doni.
La condanna della Chiesa - Per la Chiesa, dal IV secolo, tutte le credenze e tutti i riti pagani erano da condannare perché ritenute una manifestazione del diavolo. Per questo motivo, intorno alla figura della Befana, iniziarono a svilupparsi leggende che la inquadravano come una maga più che come una divinità, soprattutto nel Medioevo quando iniziò la caccia alle streghe. Ma proprio per il suo essere una figura a metà tra bene e male, la Befana venne gradualmente accettata anche nella cultura cattolica. La sua figura è stata associata alla data del 6 gennaio a partire dal momento in cui si decise di celebrare l’Epifania nella dodicesima notte dopo il Natale per celebrare “la manifestazione di Gesù a tutte le genti”. E tradizione vuole che la Befana continui a essere una figura che sa distinguere fra buono e cattivo: ai bambini che si sono comportati bene durante l’anno, lascia dolci e caramelle, mentre a quelli cattivi, il carbone..
I miti germanici - Nella tradizione germanica la Befana è associata alla figura di Holda (o Frau Holle) e di Berchta. Nel primo caso si tratta di un'anziana presente nelle fiabe dei fratelli Grimm, con i denti lunghi e affilati, ma generosa e amante della neve. Nel secondo caso, Berchta è una cugina di Holda ed è una “signora delle Bestie” che compare nella mitologia germanica sia come bella e bianca come la neve, che come una vecchia donna.