Brescia, esame da avvocato: porte del bagno aperte per non far copiare

Cronaca
L'entrata di una toilette (Foto d'archivio, Getty Images)
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A denunciare l'accaduto è stato un candidato che ha preso parte alla prova scritta. L'obbligo sarebbe stato imposto dalla Commissione per impedire scorrettezze da parte degli iscritti alla prova 

“Per i maschi è vietato chiudere la porta della toilette”. È questo l'obbligo che i candidati all'esame di Stato per diventare avvocati si sarebbero trovati di fronte all'entrata dei bagni del Centro Fiera di Brescia, luogo dove si è svolta la prova. 

 

La denuncia – A raccontare l'accaduto, in forma anonima, è stato proprio uno dei candidati che ha preso parte alla sessione scritta. Secondo quanto rivelato dall'aspirante avvocato, sarebbe stato proprio il presidente della Commissione esaminatrice a imporre l'obbligo che non sarebbe stato esteso alle donne. Le candidate, infatti, hanno avuto accesso libero alla toilette, ma solo dopo essere state seguite fino all'antibagno dai commissari.

 

Mossa antifurbetti – Dopo la denuncia dell'aspirante legale, anche altri colleghi hanno puntato il dito contro la Commissione d'esame accusata di presunta violazione della privacy.

Ipotesi esclusa categoricamente da Giovanni Pigolotti, presidente della sessione, che ha dichiarato come la sua decisione abbia rappresentato “uno strumento idoneo a impedire la copiatura da parte dei candidati”. Il presidente ha poi aggiunto: “L’anno scorso abbiamo annullato 70 prove copiate da tablet. È avvilente per chi dopo 30 anni di professione deve fare questo tipo di controlli, non certo per chi sostiene l’esame”. Pigolotti ha anche rivelato come poco prima dell'inizio della prova d'esame alcune inservienti avrebbero trovato bigliettini e formulari in miniatura. Il materiale era nascosto nei porta salviette dei bagni. "La decisione - conclude l'avvocato - non è certo stata presa a scopi punitivi, ma a tutela di chi ha svolto le prove”.

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