L'Italia invecchia sempre di più: la fotografia dell'Annuario Istat

Cronaca

Calano ancora nascite e matrimoni, crescono il tasso di occupazione e quello di soddisfazione per la propria salute. In aumento le paure legate alla criminalità e all'ambiente. INFOGRAFICHE

Un’Italia che invecchia, ma dove il 70% della popolazione si sente in salute. Un Paese dove omicidi e rapine calano, ma dove la preoccupazione per la criminalità aumenta. È un quadro frammentato quello che emerge dall’annuario statistico italiano del 2016 pubblicato dall’Istat.

 

 

Un’Italia sempre più vecchia - Il nostro Paese, secondi i dati del 2014, è il secondo fra quelli dell’Unione europea nel processo di invecchiamento della popolazione ed è preceduto solo dalla Germania. Al 31 dicembre 2015, per ogni 100 giovani c’erano 161,4 over 65, quasi quattro in più rispetto ai 157,7 dell’anno precedente.

Calano poi le nascite: nel corso del 2015 i nati sono stati 485.780, mentre l’anno precedente erano stati 502.569. Anche il numero medio di figli per donna si abbassa: nel 2013 era di 1,39, mentre nel 2014 è stato di 1,37. Insieme alla diminuzione delle nascite c'è quella dei matrimoni che nel 2014 sono stati 4.300 in meno rispetto a quelli dell'anno precedente.
Inoltre, in Italia si è alzato il quoziente di mortalità che, nel 2015, ha raggiunto il 10,7 per mille e che l’anno precedente si era fermato a 9,8. In controtendenza è il dato sugli stranieri: all’1 gennaio 2016, la componente la loro popolazione cresce, portandosi all’8,3% del totale dei residenti. L’incremento, però, è inferiore rispetto a quello del 2014. 

 

 

GUARDA LE INFOGRAFICHE SUI DATI ISTAT

 

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Gli stranieri: più presenze femminili e al Nord - Al 31 dicembre 2015, la popolazione straniera residente è di 5.026.153, con una prevalenza di donne. Queste sono 2.644.666, mentre gli uomini si fermano a 2.381487. Il vantaggio femminile riguarda tutte le province, ad esclusione di Gorizia, Bergamo, Latina, Caserta, Crotone, Trapani, Caltanissetta, Agrigento, Palermo, Siracusa e Ragusa (come si vede nella mappa).

In Italia, il maggior numero di migranti risiede nel Nord-ovest del Paese (31,4%). Quasi la metà dei cittadini stranieri ha un’età compresa tra i 18 ed i 39 anni (41,9%) e oltre uno su cinque è minorenne (21,2%).

Al contrario di quanto succede per gli italiani, la proporzione di anziani è molto contenuta (3,3%). Mentre l’età media degli stranieri è di 33,6 anni, quella della popolazione complessiva è di 44,7.

Fra i detenuti in carcere, uno su tre è cittadino straniero con una concentrazione più alta, ance in questo caso, al Nord (46,9%).

 

 

La criminalità: per il 38,9% delle famiglie è una preoccupazione - Nel 2014, i delitti denunciati sono stati, in media, 46 ogni mille abitanti, con un calo del 2,7% rispetto al 2013. Si sono registrati anche meno omicidi volontari (-5,4%) e, soprattutto, sono calati quelli di stampo mafioso (-13,5%). In diminuzione anche le rapine (-10,3%), mentre il segno più ricompare nel caso dei furti con un +1,2% e nelle estorsioni con un +19,4%.

Nonostante i numeri della criminalità diminuiscano, gli italiani considerano ancora omicidi, furti e rapine un problema. Il 38,9% delle famiglie è preoccupato per questo aspetto della propria vita, soprattutto nel Lazio, dove un nucleo famigliare su due percepisce come pericolo la criminalità in rapporto al territorio dove abita. 

 

 

 

Lavoro e istruzione - Recupera l'occupazione, anche se resta sotto i livelli del 2008, con un leggero incremento anche dei posti di lavoro per i giovani. E' il quadro sul mercato del lavoro che emerge dall'Annuario. Nel 2015, i lavoratori in Italia sono 22.465.000, 186mila in più rispetto all’anno precedente. Il tasso di occupazione è al 56,3% e registra lo 0,6% in più rispetto al 2014.

Quanto al tasso di disoccupazione, dopo sette anni di aumento ininterrotto, nel 2015 la stima del numero di disoccupati diminuisce in misura consistente, soprattutto nella seconda parte dell'anno, attestandosi a poco più di 3 milioni.

Al calo del numero di disoccupati (-203 mila, il 6,3% in meno) corrisponde la riduzione del tasso di disoccupazione, che passa dal 12,7% del 2014 all'11,9% in media nazionale; il calo è più accentuato nel Mezzogiorno (-1,3 punti percentuali), dove l'indicatore scende al 19,4%.

 

 

Dai dati Istat emerge, però, che continua a scendere il numero di chi, dopo aver ottenuto il diploma di liceo, decide di iscriversi all’università (-0,6% nell’anno 2014/2015 rispetto al precedente). Il 45,9% di chi sostiene la maturità in un istituto secondario di secondo grado trova lavoro senza bisogno di frequentare l’università, e le percentuali si alzano nel caso dei diplomati negli istituti professionali (63%) e in quelli tecnici (58,8%). Chi è in possesso di una laurea, comunque, continua a trovare impiego con più facilità: nel 2015 i laureati di primo livello che hanno trovato lavoro corrispondevano al 72,8%, mentre quelli di secondo livello all’83,1%. Come aveva evidenziato anche un rapporto dell'Istat redatto con il Ministero del lavoro, Inps e Inail, gli under 35 rimangono la categoria di persone che fa più fatica a trovare un impiego.

 

Preoccupazione per traffico e inquinamento - Il traffico e la difficoltà di parcheggio sono i problemi che affliggono di più le famiglie italiane. A questi, si aggiungono i cambiamenti climatici, l’inquinamento atmosferico e lo smaltimento dei rifiuti.

Nel 2015, l’Italia ha fatto registrare una percentuale di superficie sottoposta alla tutela del territorio che corrisponde al 19,3 %. Questo dato classifica il nostro Paese al 17esimo posto fra quelli dell’Ue, superando la media del 18,4%.

L’auto rimane il mezzo preferito per spostarsi e sette lavoratori su dieci l’hanno scelta, nel 2016. Anche fra i più giovani prevalela scelta di spostarsi in macchina, ma come passeggeri. La scelta poi ricade sui mezzi di trasporto pubblici e su quelli a due ruote come moto e bici che rimangono però i meno utlizzati (leggi anche Le app per la mobilità: quali sono e come funzionano e  Come funziona il car sharing in Italia).

 

 

L’innovazione - Nel 2014, sono aumentati del 6,2%, gli investimenti delle imprese, delle istituzioni pubbliche, di quelle private e delle università per la ricerca e lo sviluppo.

Le imprese italiane con almeno dieci addetti che, nel 2015, disponevano di una connessione a Internet erano il 97,7%, mentre quelle che utilizzavano anche la banda larga erano il 94,4%. Il 70,7% era presente sul web con una homepage o un sito internet.

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