La donna è stata ascoltata in ospedale, dove si trova ricoverata dopo il tentato suicidio: "Volevo morire con loro ma non ci sono riuscita". Giovedì l’interrogatorio del gip. Iniziata l’autopsia sui corpi delle piccole, che avevano 9 e 7 anni
"Ho ucciso le mie due bambine soffocandole con le mie mani. La candeggina non c'entra niente. L'ho usata per me perché volevo morire con loro, ma non ci sono riuscita". Ha confessato così, in un pianto dirotto, Giuseppa Savatta, la donna 41enne di Gela, interrogata dal procuratore, Fernando Asaro, e dal "sostituto", Monia Di Marco, nel suo letto dell'ospedale "Vittorio Emanuele" dove si trova ricoverata e piantonata dai carabinieri, in stato di arresto.
Le bimbe avevano 9 e 7 anni - E' stata la stessa Savatta, insegnante di sostegno in una scuola media, a volere chiarire la dinamica dei fatti. Tra molti vuoti, tanti "non ricordo bene" e in uno stato psichico ancora confuso, tra le lacrime avrebbe raccontato ai magistrati che amava follemente le proprie figlie, Maria Sofia di 9 anni, e Gaia di 7, perché erano il suo vero e unico amore. Voleva stare sempre con loro ma temeva di perderle.
Iniziata l'autopsia - All'interrogatorio ha assistito anche il legale della donna, Pietro Pistone. Giovedì la donna dovrà rispondere alle domande del gip, Lirio Conti, nell'interrogatorio di convalida dell'arresto per duplice omicidio aggravato dalla discendenza. Intanto, nel tardo pomeriggio di mercoledì è iniziata l'autopsia sui corpicini delle due bambine. Alle 19, una messa in suffragio delle piccole vittime è stata celebrata nella chiesa Regina Pacis su iniziativa della parrocchia.