Il primario del pronto soccorso di Saronno, sotto accusa per omessa denuncia e favoreggiamento, non si è presentato in caserma
Proseguono le indagini della Procura di Busto Arsizio (Varese) sulle morti sospette in corsia nell'ospedale varesino. Oggi, nel comando compagnia carabinieri di Saronno, sono sentiti alcuni dei quindici indagati, dopo gli interrogatori di garanzia ieri per i due arrestati, l'infermiera Laura Tatoni e il medico del pronto soccorso Leonardo Cazzaniga, 60 anni, indagati oer aver avvelenato a morte il marito di lei.
Il medico è anche accusato di aver provocato volontariamente la morte di quattro anziani pazienti in pronto soccorso. Tra gli indagati, medici e dirigenza ospedaliera, anche chi potrebbe aver taciuto pur sapendo cosa stesse accadendo.
Primario non si presenta in caserma - Tra le persone sentite il primario del pronto soccorso di Saronno, indagato per omessa denuncia e favoreggiamento, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. A quanto si apprende, il medico non si è presentato legittimamente in caserma a Saronno dove era stato convocato, a seguito di precisi accordi con la Procura di Busto Arsizio. "Non ho nulla da dire", ha replicato raggiunto al telefono il suo legale, Maurizio Pellicciotta.
Il medico al gip: “Alleviavo sofferenze” - Negli interrogatori di garanzia di sabato Leonardo Cazzaniga, il medico arrestato per le morti in corsia all'ospedale di Saronno, ha detto al Gip che i farmaci che somministrava servivano 'per alleviare le sofferenze' dei pazienti. Ma ha respinto l'accusa di aver voluto uccidere. Il suo avvocato ha chiesto gli arresti domiciliari. Laura Taroni, l'infermiera arrestata con il medico, non ha risposto invece alle domande del magistrato. Il procuratore di Busto Arsizio spiega che sono ancora 'una trentina' i casi di morti sospette da esaminare.