Loris, attesa per la sentenza. Il pm: non si discosti dalla verità

Cronaca

Potrebbe arrivare in serata la decisione del gup nei confronti di Veronica Panarello, accusata di aver ucciso il figlio. Il suo legale: “Non è serena ma è pronta a qualsiasi verdetto”. La Procura ha chiesto 30 anni di reclusione

"Una sentenza che non si discosti dalla verità, ovvero da quanto emerso con chiarezza dalle indagini" di polizia di Stato, squadra mobile della questura e carabinieri. E’ quanto ha chiesto il pm Marco Rota al gup Andrea Reale, nelle repliche del processo col rito abbreviato subordinato a perizia psichiatrica per l’omicidio del piccolo Loris Stival. Il magistrato ha ribadito la richiesta di condanna a 30 anni di reclusione per omicidio premeditato e occultamento di cadavere per la madre del bambino, Veronica Panarello, che l'accusa ritiene colpevole del delitto.

 

Per la Procura la madre è colpevole - "In quell'angolo buio entra soltanto lei", ha detto il magistrato che nel suo intervento, durato 90 minuti circa, ha ricostruito la dinamica del delitto e la sua tempistica. Ha anche ribadito che la perizia psichiatrica esclude che la donna non fosse in grado di intendere e di volere, e che la perizia medico-legale dimostra che Loris è stato strangolato con una fascetta di plastica e non con un cavo Usb, come sostiene nella sua ultima ricostruzione Veronica Panarello. La sentenza dovrebbe arrivare in serata.

 

"Veronica è pronta a qualsiasi sentenza” - In aula è presente l'imputata, assistita dall'avvocato Francesco Villardita. "Veronica Panarello è pronta da sempre a qualsiasi sentenza. Certo, non è serena perché sta affrontando un  momento particolare e un'ansia normale per questi casi. Non riusciamo  a fare alcun tipo di previsione perché è un processo particolare e  siamo aperti a ogni soluzione" ha detto il suo legale entrando nel Palazzo di Giustizia di Ragusa poco prima che iniziasse l'ultima udienza del processo nei confronti della 28enne accusata di avere ucciso, il 29 novembre del 2014 il figlio Loris di 8 anni nella loro casa di Santa Croce Camerina.

 

La donna accusa il suocero - "Lei si ritiene non colpevole - aggiunge il penalista - e noi riteniamo che la prova oltre ogni ragionevole dubbio non è stata raccolta, quindi aspettiamo e vediamo quali sono le valutazioni del  giudice oggi. Poi le sentenze si accettano o si impugnano".

All’udienza partecipano anche, come parti civili, il marito della donna, Davide Stival, con il legale Daniele Scrofani, e il suocero, Andrea Stival, che lei accusa di avere ucciso il bambino perché avrebbe scoperto la loro relazione, assistito dall'avvocato Francesco Biazzo. 

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