Il vescovo di Ascoli ha ricordato le vittime del terremoto durante i funerali e ha rivolto un pensiero particolare alla bambina di 9 anni che col suo corpo ha protetto quello della sorella minore, estratta viva dalle macerie
Sono stati scanditi uno ad uno i nomi di 35 delle 49 vittime della provincia di Ascoli Piceno, di cui sono stati celebrati i funerali oggi LIVEBLOG - FOTO - VIDEO. Tra questi anche quello di Giulia, la bimba di nove anni che col suo corpo ha fatto da scudo alla sorellina Giorgia, il cui salvataggio ha commosso il mondo intero. Ed è anche a loro che il vescovo Giovanni D’Ercole ha rivolto il suo pensiero durante l’omelia.
“Dalla morte è rinata la vita” - "La più grande Giulia, purtroppo morta, è stata ritrovata in una posizione protettiva su Giorgia, la sorellina di nemmeno cinque anni che sembrava spaesata con la bocca piena di macerie - ha ricordato il vescovo - . Morte e vita erano abbracciate, ma ha vinto la vita: Giorgia. Anzi, dalla morte è rinata la vita perché chi esce dal terremoto è come se nascesse di nuovo".
“Le campane torneranno a suonare” - Giovanni D'Ercole con la sua omelia ha così cercato di cerca di restituire un po' di speranza alle famiglie distrutte e prostrate da un dolore che le fa piangere senza consolazione. Qualcuno ha un malore, la commozione riempie l'aria pesante della palestra dove il profumo acre dei fiori è stemperato da quello dell'incenso. "Le campane – spezzate dal sisma - torneranno a suonare" promette.
“Signore dove sei?” - Poi, interpretando il pensiero delle famiglie colpite dal terremoto, si chiede: "'E adesso, Signore, che si fa?' Quante volte, nel silenzio agitato delle mie notti di veglia e d'attesa, ho diretto a Dio la stessa domanda che mi sono sentito ripetere da voi in questi giorni". “Signore - continua - noi qui abbiamo perso tutto. Ma tu, dove stai?”.
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La palestra gremita – Circa 500 persone hanno partecipato alle celebrazioni solenni e altrettante hanno aspettato fuori. C’erano anche le quattro più alte cariche dello Stato, che hanno abbracciato i parenti commossi. C’erano i rappresentanti della Croce rossa, i volontari, un centinaio di scout. E, alla fine, una lunga interminabile processione di bare, caricate sui carri funebri.
Ad Ascoli, in una stanza dell'obitorio, rimane solo la piccola Marisol di 18 mesi: la mamma, che è sopravvissuta, è ricoverata in ospedale in prognosi riservata e ha chiesto che la figlia rimanesse lì per poterla portare lei al cimitero per la sepoltura.
Marisol, Nadia, Ezio: i volti e le storie delle vittime del terremoto