Coinvolti politici e funzionari delle Agenzie delle Entrate. Coinvolti due parlamentari, indagato il vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria
Maxi operazione della Polizia e della Dia contro la 'ndrangheta. Eseguita una serie di arresti in Calabria, Lazio, Liguria, Piemonte e in altre regioni del Nord Italia nei confronti di presunti appartenenti alla criminalità organizzata. Almeno una quarantina i provvedimenti scattati per soggetti ritenuti affiliati alle cosche reggine Raso-Gullace-Albanese e Parrello-Gagliostro. Decine le perquisizioni e i sequestri di beni.
Gli indagati - Il vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco D'Agostino (eletto nel 2014 con la lista "Oliverio presidente") è una delle persone indagate nell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria. Nei confronti di D'Agostino viene ipotizzato il reato di intestazione fittizia di beni, aggravata dall'avere agevolato la 'ndrangheta. D'Agostino, che stamani ha avuto perquisiti casa e ufficio, non sarebbe indagato, secondo quanto si è appreso, in qualità di politico.
La Dda di Reggio Calabria aveva chiesto anche l'arresto del deputato Giuseppe Galati di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie per corruzione aggravata dalle modalità mafiose, ma il gip non l'ha accolta perché non ha ritenuto sussistesse un quadro indiziario grave. Richiesta d'arresto anche per il sen. Antonio Caridi, di Fi. Il gip ha ritenuto in questo caso che le accuse fossero assorbite dall'ordinanza emessa nell'operazione Mammasantissima. Secondo quanto accertato dalle indagini, politici e funzionari dell'agenzia delle Entrate erano in contatto con alcuni dei soggetti coinvolti nelle indagini di Polizia e Dia sulle cosche della 'ndrangheta del Nord Italia.
Le accuse - Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società.
Gli investigatori stanno anche eseguendo un sequestro preventivo di beni mobili, immobili, depositi bancari e di numerose società riconducibili agli indagati per un valore di circa 40 milioni.