Sono due gli indagati per l'incidente: i capi stazione di Andria e Corato. Le ipotesi di reato sono di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Cantone: "Collegamento con la corruzione". Mattarella incontra i familiari delle vittime
A due giorni dal disastro ferroviario in Puglia con 23 morti, compaiono i primi nomi sul registro degli indagati. Si tratta dei due capistazione di Corato e Andria, peraltro già sospesi ieri in via cautelativa dal servizio su decisione della direzione di Ferrotramviaria spa. E per Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione l'incidente è "anche conseguenza di un problema atavico del nostro Paese di mettere in campo infrastrutture adeguate' ed "evidenzia un oggettivo collegamento con la corruzione" .
Chi sono gli indagati - I capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, saranno ascoltati come indagati nell'inchiesta della Procura di Trani. Gli interrogatori saranno tenuti nei prossimi giorni. I due sono gli unici indagati e nelle prossime ore dovrebbero ricevere informazioni di garanzia in occasione delle autopsie.
Nell'avviso di garanzia notificato ai due capistazione viene contestato ai due indagati di "aver cagionato l'incidente ferroviario" che ha coinvolto due treni provenenti da Andria e Corato, che "ha provocato il decesso di 23 persone e il conseguente ferimento di altri 50 passeggeri".
Piccarreta dovrà spiegare perché ha fatto partire il treno da Andria pur non avendo visto arrivare in stazione il convoglio proveniente da Corato. Dovrà anche dire se era a conoscenza del fatto che da Corato erano in arrivo due treni. Porcelli dovrà invece riferire, tra l'altro, sui contatti avuti con il capostazione di Andria per quanto riguarda i due treni in transito verso nord.
L'inchiesta potrebbe allargarsi - Le ipotesi di reato sono di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. L'inchiesta deve accertare tre aspetti: la dinamica, le responsabilità e il perché dei ritardi nell'ammodernamento della linea. Il procuratore di Trani Francesco Giannella ha spiegato che parlare di "errore umano" per la tragedia "è corretto ma assolutamente riduttivo".
Il capostazione di Andria: "Un solo errore non può avere causato strage" - Al momento appare accertato che era il treno di Andria quello che non sarebbe dovuto partire. "Ho alzato io la paletta verde, ma un solo errore non può avere causato tutto questo" le parole del capostazione riportate oggi da alcuni quotidiani.
"Cambio di treno per i passeggeri ad Andria" - Secondo alcune testimonianze dei familiari delle vittime, i passaggeri partiti da Andria sarebbero stati fatti scendere dal primo treno, fermo sul binario 1, per salire su un secondo convoglio, fermo sul binario 2 e che sarebbe quindi partito in ritardo. Fonti della Procura di Trani hanno però riferito all'Ansa che la circostanza non risulta e che verranno acquisite le dichiarazioni rese ai giornalisti per compiere verifiche.
Cantone: "C'è collegamento con la corruzione" - E il disastro ferroviario in Puglia ha "un oggettivo collegamento con la corruzione" secondo il presidente dell'Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, secondo cui l'incidente "è frutto probabilmente di un errore umano, ma anche conseguenza di un problema atavico del nostro Paese di mettere in campo infrastrutture adeguate ed una delle ragioni di ciò è da individuarsi nella corruzione".
Mattarella a Bari - Nel pomeriggio di giovedì il presidente Mattarella ha reso omaggio al Policlinico di Bari alle vittime dell'incidente, mentre sabato si terranno i funerali.