Una ricercatrice di 45 anni chiedeva a jihadisti su Facebook di vendicare la morte del nipote, combattente dell’Isis. Fermata per “istigazione al terrorismo”, è stata poi rilasciata dal Gip e può usare Internet. Quattro somali sono invece ritenuti responsabili di fabbricazione di documenti falsi per procurare illegalmente l'ingresso e la permanenza nel territorio italiano e in Stati esteri
Cinque arresti nelle ultime ore in Sicilia per terrorismo. Si tratta di quattro cittadini somali - accusati dalla Procura di Catania di fabbricazione e detenzione di documenti falsi, che permettevano a stranieri di raggiungere paesi europei - e di una ricercatrice libica, arrestata per propaganda jihadista sul web e successivamente scarcerata.
Propaganda jihadista sul web - "Dio bruci il suo cuore come lui ha bruciato il mio cuore". E' il 19 maggio del 2015 e la dottoranda libica di 45 anni, arrestata il 20 dicembre per istigazione al terrorismo, scrive su Facebook la sua voglia di vendetta per l'uccisione del nipote, un giovane combattente dell'Isis, ucciso in Libia.
Nessun pericolo di fuga - Il fermo, disposto dalla Procura di Palermo, non è però stato convalidato dal gip che ha invece applicato l’obbligo di dimora senza imporre all'indagata alcun divieto di comunicazione con l'esterno. Per il magistrato Ferdinando Sestito, che ha riconosciuto comunque la sussistenza dei gravi indizi a carico della donna, non ci sarebbero però rischi di inquinamento probatorio, ma solo la possibilità che reiteri il reato, circostanza che, a parere del gip, rende sufficiente la misura dell'obbligo di dimora con divieto di uscire durante le ore notturne. Non sussisterebbe, infatti, il pericolo di fuga, presupposto che autorizza il fermo.
4 somali arrestati a Catania - Sono invece quattro le persone arrestate dalla Polizia di Catania: sono cittadini somali nati a Mogadiscio e domiciliati a Gravina di Catania, accusati di detenzione di documenti falsi e fabbricazione di documenti falsi validi per l'espatrio volti a procurare illegalmente l'ingresso e la successiva permanenza nel territorio italiano e di Stati esteri.
Inoltre, sono stati denunciati un minore straniero e un italiano, mentre altri 15 stranieri rintracciati nelle loro abitazioni sono stati trattenuti a disposizione dell'Ufficio Immigrazione per gli accertamenti. Nell’ambito delle indagini, sono state perquisite alcune abitazioni di via Paolo Orsi nel quartiere Fasano del Comune di Gravina di Catania dove alloggiano numerosi somali.