Il padre di Valeria Solesin: “Aveva un alto senso della giustizia”

Cronaca
La bara con il corpo di Valeria Solesin, la ragazza veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, nell'androne di Cà Farsetti, sede del Municipio di Venezia, dove è stata allestita la camera ardente

A Venezia la camera ardente della giovane uccisa al Bataclan di Parigi. Secondo le ricostruzioni fatte da chi era con lei quella sera, la 28enne sarebbe stata colpita da una delle prime raffiche sparate dai terroristi e sarebbe morta tra le braccia del fidanzato. Martedì i funerali

“Valeria aveva un alto senso della giustizia”. Così Luciano Solesin, il padre di Valeria, ricorda la figlia morta nella strage al Bataclan di Parigi. A Venezia è stata aperta la camera ardente della giovane donna. La salma è arrivata a Ca' Farsetti, sede del Comune, poco prima delle 10 ed è stata accolta dal sindaco Luigi Brugnaro. Centinaia le persone che hanno portato l'ultimo saluto alla 28enne rimasta vittima di una delle prima raffiche di kalashnikov sparate dai terroristi.

La ricostruzione della sera del 13 novembre
– Sono stati ricostruiti, infatti, gli ultimi istanti della vita di Valeria Solesin. Il fidanzato e gli amici dell’unica vittima italiana di Parigi, sentiti dai carabinieri di Venezia, hanno ricostruito quanto accaduto la notte del 13 novembre. Valeria Solesin è stata colpita da una delle prime raffiche sparate dai terroristi al Bataclan ed è morta per dissanguamento tra le braccia del fidanzato, Andrea Ravagnani, senza che lui se ne accorgesse. Il ragazzo, con la sorella e il fidanzato di questa, si fingeva morto sul pavimento del teatro parigino per evitare i colpi di grazia degli jihadisti. Non era vero, come era stato ricostruito nell'immediatezza, che Valeria e i tre amici si fossero persi di vista all'inizio e che nessuno sapesse cosa le era successo. La separazione c'è stata solo quando nel teatro, due ore dopo l'irruzione jihadista, sono intervenute le teste di cuoio francesi e i primi soccorsi. Esce di scena, quindi, anche l'ipotesi che la studentessa della Sorbona potesse essere stata vittima del “fuoco amico” francese. Come emerso dalla ricognizione cadaverica svolta all'ospedale di Mestre, Valeria è stata raggiunta da due colpi sparati dall'alto: uno all'emifaccia sinistra, l'altro alla spalla sinistra, fatale perché ha leso un polmone.

Martedì i funerali laici - La camera ardente di Valeria Solesin sarà aperta fino a domani alle 19. Martedì le esequie laiche in piazza San Marco, alle quali parteciperà anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Accanto alla bara, con un cenno del capo o una stretta di mano per tutti, oggi c’erano i genitori di Valeria, Luciana Milani e Alberto Solesin. "Non sono una persona capace di odiare. È inutile ragionare su come sono andate le cose. Io non ho voluto sapere”, ha detto Alberto Solesin. Poi il gesto di apertura: "Il funerale sarà una cerimonia civile, una benedizione a me va benissimo, ma se un Imam vuole esprimersi per me va bene lo stesso, perché parlare di gente di ogni credo significa credere in valori che non sono divisi".

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