Il pm Raffaele Guariniello ha aperto un'inchiesta per frode in commercio in seguito alla segnalazione di una testata giornalistica specializzata. Secondo le analisi effettuate dall'agenzia delle Dogane, in alcuni casi viene venduto come pregiato un prodotto di categoria inferiore
Sette aziende produttrici di olio di oliva sono finite nel registro degli indagati da parte della procura di Torino con l'accusa di aver venduto olio d'oliva spacciandolo per extravergine. Il reato ipotizzato è frode in commercio. I marchi interessati sono Carapelli, Santa Sabina, Bertolli, Coricelli, Sasso, Primadonna (nella versione confezionata per la Lidl) e Antica Badia (per Eurospin) e l'inchiesta è condotta dal pm Raffele Guariniello. Il capo della procura del capoluogo piemontese, Armando Spataro, ha però avvertito che bisogna ancora "verificare la competenza territoriale".
Prodotti non tossici, ma meno pregiati - L'inchiesta è partita da una segnalazione trasmessa al Palazzo di Giustizia da una rivista specializzata, "Il Test", che lo scorso maggio aveva dedicato all'argomento un articolo ben documentato. I carabinieri del Nas hanno quindi prelevato dei campioni fra i prodotti in vendita e i laboratori dell'Agenzia delle Dogane li hanno analizzati. Il responso è stato che, in alcuni casi, l'olio è di categoria inferiore. L'olio in questione non è tossico, ma risulta essere meno pregiato, meno costoso, e soprattutto proposto agli acquirenti come se fosse il vero "oro verde". A un prezzo, dunque, superiore anche del 30/40%.
Il direttore della rivista "Il test": "Prezzi troppo bassi sono sospetti" - Ospite di Sky TG24 Riccardo Quintili, direttore della rivista "Il test", da cui sono partiti i primi sospetti sulla qualità di alcuni oli in vendita, ha spiegato come sono stati effettuati gli esami. Ha inoltre spiegato che, secondo i loro calcoli, l'olio extravergine italiano dovrebbe essere venduto a circa otto euro al litro. Prezzi inferiori, se applicati per lunghi tempi, ha affermato, sono sospetti.