La sentenza nei confronti del coniuge della donna arriva al termine del processo di primo grado con rito abbreviato. Le accuse erano di omicidio e occultamento di cadavere. I familiari della vittima: "Bene sentenza ma delusione nel cuore". I legali del condannato: "La battaglia continua"
Michele Buoninconti è stato condannato a trent'anni per l'omicidio e l'occultamento di cadavere della moglie, Elena Ceste.
Il giudice Roberto Amerio ha accolto le tesi dell'accusa, che aveva chiesto il massimo della pena nel processo di primo grado col rito abbreviato. Il giudice Amerio ha anche assegnato un risarcimento di 300mila euro per ciascuno dei quattro figli, di 180mila euro per i genitori e la sorella, e di 50 mila euro
per il cognato.
I familiari della vittima: "Bene sentenza, ma delusione nel cuore" - La famiglia di Elena Ceste "è contenta per la sentenza", ma "ha la delusione nel cuore perché la figlia è morta per mano di Michele", hanno commentato gli avvocati Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia. "I genitori di Elena, Lucia e Franco, sono provati - aggiungono - hanno pianto sia per la figlia che per i quattro nipoti che li stanno aspettando a casa".
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I legali del condannato: "La battaglia continua" - "La battaglia per ricostruire la verità continua", ha commentato invece l'avvocato Giuseppe Marazzita, uno dei legali di Michele Buoninconti, dopo la lettura della sentenza. Il marito di Elena Ceste, sentita la condanna, si è rivolto ai suoi legali dicendo: "Dobbiamo insistere, dobbiamo combattere. Credevo che già questo giudice mi avesse capito". "Michele sperava in un risultato positivo. Sapevamo - ha aggiunto il legale annunciando che ricorreranno in appello - che era un processo complesso soprattutto per il forte condizionamento mediatico che tutti i protagonisti hanno subito. Ora aspettiamo le motivazioni della sentenza".