La Corte costituzionale 'promuove' la norma sulla incandidabilità e ineleggibilità dei condannati e giudica "non fondata" la questione di legittimità sollevata dal Tar della Campania. Il mandato del sindaco di Napoli torna a rischio
La Corte Costituzionale ha rigettato, come infondato, il ricorso presentato sulla legge Severino e in particolare sulle norme relative alla sospensione degli amministratori locali condannati, anche in via non definitiva, per determinati reati. La questione era stata sollevata nell'ambito del caso del sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
I 'giudici delle leggi' hanno preso questa decisione dopo una breve camera di consiglio. La questione dichiarata "non fondata" riguardava l'articolo 11 del decreto legislativo, entrato in vigore nel gennaio 2013, con cui si prevedeva l'"applicabilità retroattiva" della norma che stabilisce la sospensione, per 18 mesi, di sindaci, assessori, presidenti o consiglieri provinciali, condannati con sentenza non definitiva.
La vicenda - Il Tar della Campania aveva sollevato la questione nell'ambito del procedimento con cui il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, condannato in primo grado nel processo 'Why not' per abuso d'ufficio, aveva chiesto l'annullamento della sospensione dall'incarico disposta nei suoi confronti dal prefetto. Successivamente la Cassazione ha ritenuto incompetente in materia il Tar e ha rimesso gli atti al giudice ordinario: il tribunale civile di Napoli, riassunto il giudizio, ha sospeso gli effetti del provvedimento prefettizio e permesso, al momento, a De Magistris di tornare a vestire la fascia di primo cittadino. La prossima udienza davanti al giudice civile è fissata per venerdì prossimo.
De Magistris a rischio sospensione - Potenzialmente, quindi, ora de Magistris potrebbe essere sospeso. E la decisione della Corte apre, teoricamente, la stessa ipotesi anche per il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, anche lui condannato in primo grado per abuso d'ufficio nell'ambito di un procedimento sul termovalorizzatore di Salerno. Ma nei fatti le cose sono più articolate. Per de Magistris è in calendario domani l'udienza del processo d'appello per il caso Why Not: in primo grado fu condannato per abuso d'ufficio per aver acquisito in modo illegittimo di alcuni tabulati telefonici. E venerdì c'è poi l'udienza del tribunale civile proprio sulla sospensione. Sarà quindi decisivo capire cosa succede sul fronte del processo penale: se domani arriverà una decisione, potrebbe essere ribaltata la sentenza di primo grado oppure potrebbe essere dichiarata la prescrizione del reato. In entrambi i casi, cade la sospensione dalla carica di sindaco. A far la differenza, quindi, sarà la tempistica di questi procedimenti tra loro intrecciati.
Il caso De Luca - Quanto a De Luca, sulla carta la sua sospensione appare ora più probabile, ma in concreto il tribunale civile ha sollevato questione di costituzionalità su diversi aspetti della legge Severino, in parte diversi da quelli sollevati da de Magistris. E in serata la Regione Campania ha tenuto ad evidenziare che la decisione di oggi della Corte Costituzionale non ha alcun rilievo giuridico per il presidente De Luca. "Ben più numerosi e di diverso spessore giuridico - ha osservato - i rilievi di costituzionalità che la Corte sarà chiamata a valutare". La causa deve ancora essere fissata.