"Il fatto non sussiste". Si è chiuso così il processo a Torino contro lo scrittore che, accusato di istigazione a delinquere, poco prima della sentenza aveva ribadito: "La Tav va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa"
Erri De Luca è stato assolto “perché il fatto non sussiste”. Si è chiuso così a Torino il processo contro lo scrittore che era accusato di istigazione a delinquere per aver detto che la Tav, la linea ad Alta Velocità, “va sabotata”. I pm avevano chiesto 8 mesi.
Subito dopo la sentenza, accolta dagli applausi dei numerosi No Tav presenti in tribunale a Torino, lo scrittore ha detto: “E’ stata impedita una ingiustizia, quest'aula è un avamposto sul presente prossimo".
Intervistato da Sky TG24 (VIDEO), poi De Luca ha aggiunto: "Questa sentenza ribadisce il vigore dell’articolo 21 della Costituzione e della più ampia libertà di parola".
Lo scrittore non ha esitato a definire "politico" il processo che per due anni lo ha visto "in sala di attesa". "Di politico c'era la volontà di repressione della parola. Improvvisamente mi è sembrato che la parola acquisisse di nuovo importanza. E questo, alla fine, può anche essere un elemento positivo".
Poco prima della sentenza, Erri De Luca aveva chiesto di poter rilasciare delle dichiarazioni spontanee, nelle quali ha ribadito il suo pensiero: "Confermo la mia convinzione che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell'aria e dell'acqua" (VIDEO).