"Causare perdita di impiego significa causare un grave danno sociale", dice il Pontefice nella consueta udienza generale del mercoledì. E aggiunge: "La gestione dell'occupazione è una grande responsabilità umana e sociale che non può essere lasciata nelle mani di pochi"
"Quando il lavoro si distacca dall'alleanza di Dio con l'uomo e la donna, quando si separa dalle loro qualità spirituali, quando è in ostaggio della logica del solo profitto e disprezza gli affetti della vita, l'avvilimento dell'anima contamina tutto: anche l'aria, l'acqua, l'erba, il cibo..." E' quanto dice Papa Francesco, nella consueta udienza generale del mercoledì, tornando sul tema dell'occupazione e spiegando come le conseguenze peggiori "colpiscono soprattutto i più poveri e le famiglie più povere". "Causare una perdita di posti di lavoro - aggiunge - significa causare un grave danno sociale".
"L'occupazione non può essere gestita dalle mani di pochi" - "La gestione dell'occupazione è una grande responsabilità umana e sociale che non può essere lasciata nelle mani di pochi o scaricata su un 'mercato' divinizzato - ha detto il Pontefice - Causare una perdita di posti di lavoro significa causare un grave danno sociale". E a braccio ha aggiunto di sentirsi "rattristato" quando il lavoro non c'è ("non si ha dignità di portare il pane a casa") mentre "mi rallegro tanto - ha concluso Bergoglio - quando vedo che i governanti fanno tanti sforzi per trovare posti di lavoro. Il lavoro è sacro, dà dignità a una famiglia. Dobbiamo pregare perché non manchi il lavoro a una famiglia".