Si tratta di un 46enne italiano, incensurato, che era stato già ascoltato nei giorni scorsi. Gli inquirenti: il movente una rapina di 800 euro. "Non so spiegarmi perché l'ho fatto: alle urla della donna ho perduto la testa", ha detto
Quarantacinque coltellate per una rapina di appena 800 euro. Svolta nelle indagini per l'omicidio di Maria Luisa Fassi, 55 anni, uccisa lo scorso 4 luglio nella sua tabaccheria di Asti. "Non so spiegarmi perché l'ho fatto: alle urla di quella donna ho perduto la testa", ha confessato Pasqualino Folletto, magazziniere incensurato di 46 anni, alle spalle una difficile situazione economica e familiare. I carabinieri lo hanno fermato al termine di quello che hanno definito un "meticoloso incrocio di numerosi elementi investigativi".
"Quando ha confessato era un uomo disperato", afferma il sostituto procuratore Luciano Tarditi. L'uomo era già stato ascoltato nei giorni scorsi dagli investigatori perché la sua auto, una Renault Megane grigia, compariva nelle immagini delle telecamere di sicurezza davanti alla tabaccheria di via Volta all'ora dell'omicidio. La vettura, che è stata sequestrata, era parcheggiata in senso inverso a quello di marcia, in modo che la portiera del guidatore fosse dalla parte del marciapiede. Interrogato, il magazziniere ha negato di essersi trovato nella zona del delitto, facendo insospettire gli inquirenti che hanno così avviato ulteriori accertamenti nei suoi confronti.
Fermato nella tarda mattinata di venerdì, Folletto ha raccontato di essere arrivato davanti alla tabaccheria, che ogni tanto frequentava, poco dopo le 7 dello scorso 4 luglio e di avere atteso l'orario di apertura. "Volevo i soldi, poi non so cosa è successo, non ci ho capito niente", è la versione dell'uomo, che si è accanito sulla tabaccaia con un coltello della sua cucina, mai ritrovato. L'avrebbe buttato alla periferia di Asti, in una zona dove sono in corso le ricerche dei carabinieri.