Migranti, slitta il piano di redistribuzione nei Paesi Ue

Cronaca
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I nodi restano i criteri individuati per il ricollocamento dentro l'Europa di 40mila richiedenti di protezione internazionale in due anni (24mila dall'Italia e 16mila dalla Grecia). Mattarella: situazione tragica

La Lega si scaglia contro i prefetti e Forza Italia chiede di fermare "l'invasione" di migranti "anche militarmente". Continua la polemica politica sugli sbarchi e non si fermano gli arrivi di migranti in Italia, mentre a livello europeo slitta la redistribuzione dei rifugiati. "La situazione dei flussi migratori -  afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - è estenuante e tragica. L'abnegazione e la professionalità" della Marina militare nell'affrontare questa emergenza "costituiscono un vanto
per voi e per l'Italia intera. Vi siete conquistati l'ammirazione internazionale" scrive in un messaggio per la Festa della Marina.

Slitta il pino di distribuzione in Ue - Sull'immigrazione sarà "una discussione molto complicata". Fonti del consiglio europeo prevedono battaglia politica e nessuna decisione formale alla riunione Affari interni Ue di martedì 16 giugno a Lussemburgo. I nodi principali restano i criteri individuati per la chiave di ripartizione e l'obbligatorietà proposta dall'esecutivo comunitario per il ricollocamento intra-Ue di 40mila richiedenti protezione internazionale in due anni (24mila dall'Italia e 16mila dalla Grecia), contro la base volontaria stabilita dai leader Ue nel summit straordinario di aprile.

Gli obiettivi - La linea della Commissione Ue è quella di intensificare i rimpatri, velocizzandoli, rafforzando il ruolo di Frontex, e lavorando ad una maggiore collaborazione con i Paesi di origine per la riammissione (un grosso scoglio). L'obiettivo è di innalzare la soglia dei rimpatri ben oltre il 39,2% della media Ue del 2013. Un tema legato anche ai fotosegnalamenti e alla raccolta delle impronte digitali: l'altra faccia della medaglia dell'accoglienza, all'insegna del rigore, e volta ad una funzione di deterrenza.
Dal canto suo per Roma (il capo del Viminale Angelino Alfano ne ha parlato con il commissario Ue Dimitris Avramopoulos) i 24mila profughi in 24 mesi proposti per il ricollocamento sono un "numero insufficiente" (nelle prime bozze si era parlato di 50mila per la sola Italia, cifra poi ridotta per trovare più consensi). Anche Atene ha fatto sapere che il numero proposto per i ricollocamenti non è abbastanza, anche se lo stesso governo ellenico ha ben chiara quanto la strada sia in salita.

A remare nettamente contro il dossier sono Ungheria e Repubblica Ceca. Polonia, Bulgaria e Romania, con i Paesi baltici, e la Spagna chiedono che il meccanismo sia su base volontaria. A favore sono Germania, Francia, Austria, Olanda, Svezia, Lussemburgo, Cipro, Malta, Belgio, ma tra questi c'è chi vuole una revisione dei parametri per la ripartizione. E anche questa discussione richiederà tempo.

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