Migranti, pullman verso il Nord. Maroni: stop assegnazioni

Cronaca

Prosegue il piano di trasferimenti del Viminale ma non si placa la polemica sull’accoglienza. Il governatore lombardo scrive ai Prefetti. Salvini su Twitter: "Chiamate le prefetture". La Cei critica i governatori

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è pronto ad "andare avanti" sulla sua linea contro il trasferimento di migranti in Lombardia, nonostante lo scontro con il governo e le polemiche suscitate dalla sua presa di posizione. "Vi chiedo di sospendere le assegnazioni nei Comuni lombardi in attesa che il Governo individui soluzioni di accoglienza temporanea più eque, condivise e idonee, che garantiscano condizioni reali di legalità e sicurezza" scrive ai Prefetti. E insiste sulla stessa linea anche Matteo Salvini che, su Twitter, invita i cittadini a chiamare le Prefetture.

Alfano: "No comment"
- "No comment" la replica del ministro dell'Interno Angelino Alfano alla presa di posizione della Lega.



A Consiglio Interni Ue del 16 giugno nessuna decisione - Sono due i fronti aperti al Viminale sull'immigrazione: quello interno e l'Europa. Nel primo caso - in mezzo alla bufera polemica scatenata dalla Lega - c'è la necessità di dare accoglienza ai migranti che continuano a sbarcare (FOTO), coinvolgendo le regioni finora meno disponibili, Lombardia e Veneto in primis.  Sul versante europeo, si negozia invece per migliorare la proposta della Commissione: più richiedenti asilo da ricollocare rispetto ai 24mila in due anni previsti dall'Agenda e più fondi rispetto ai 60 milioni di euro per ora accordati. Ma secondo fonti del Consiglio Ue,  al Consiglio Ue Affari interni di martedì prossimo non ci sarà alcuna decisione formale sul ricollocamento di 40mila richiedenti asilo da Italia e Grecia verso gli altri Paesi europei. La proposta della Commissione europea di ricollocare i  richiedenti asilo ha provocato divisioni fra gli Stati membri, che si  limiteranno a discutere il tema.

Presenze migranti - In Italia la parola chiave - e al centro del dibattito politico - è riequilibrio. Sì, perché i 90 mila stranieri attualmente in accoglienza (77mila adulti, il resto minori) gravano in maniera sproporzionata su alcune regioni (Sicilia in primis) rispetto ad altre. Ecco quindi che nell'ultima circolare inviata nei giorni scorsi ai prefetti si prevede che un numero maggiore di migranti venga inviato alle regioni in 'debito' rispetto alla quota prevista (la Lombardia è al 9%, il Veneto al 4%, quando dovrebbero avere quote doppie), mentre vengono risparmiate quelle 'in credito' (Sicilia, che da sola ospita oltre il 20% del totale e Lazio, che ha l'11%) - QUI i dati del Ministero.

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Maroni ai Prefetti: fermate assegnazioni - Ma il governatore della Lombardia non ci sta e invia una lettera ai Prefetti per chiedere di "sospendere le assegnazioni nei Comuni lombardi". Maroni afferma dunque che andrà avanti nonostante le divergenze di opinione col governo: "La pensiamo in modo diverso e va bene, ma ho ricevuto un sacco di insulti e io non sono abituato ad insultare però evidentemente ho messo il dito nella piaga e qualcuno ha avuto questa reazione isterica a sinistra".  E aggiunge: "Ho letto che Chiamparino dice che sbaglio. Vorrà dire che lui è pronto ad accogliere tuti gli immigrati, lo dica ai piemontesi".
Secondo le quote previste per ogni regione dalla circolare del Viminale del 1 giugno, la Lombardia dovrebbe accogliere 2.116 (il Veneto 1.926, la Toscana 1.136).

Il piano trasferimenti va avanti - Al Viminale intanto fanno presente che il piano di distribuzione va avanti, nonostante gli altolà dei governatori di Lombardia, Veneto e Liguria. I trasferimenti dai luoghi di sbarco sono in corso, anche se a rilento per le difficoltà incontrate da diverse prefetture. Lunedì 8 giugno, ad esempio, in 150 sono stati trasferiti dall'agrigentino in pullman verso Rovigo, Treviso e Belluno, in Veneto. Nei prossimi giorni, a quanto si apprende saranno inviati in Veneto 630 migranti, 450 in Lombardia, 400 in Piemonte.

La Cei critica i governatori
- E critica i presidenti delle Regioni Lombardia, Veneto e Liguria per la loro posizione sulla gestione dei migranti il segretario generale della Cei Nunzio Galantino. "Da  comportamenti come quelli denunziati dai tre di cui sopra, certamente  l'Italia non esce con una bella immagine", dice a margine di un  convegno all'Expo di Milano.

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