Secondo l'ipotesi della Procura avrebbe fatto pressioni per far ottenere un contratto di collaborazione e un viaggio in Giappone a due persone. "Sono tranquillissimo" dice lui. In caso di una condanna rischia la decadenza per la legge Severino
La procura di Milano ha chiuso le indagini sul presidente della regione Lomboardia Roberto Maroni in merito all'inchiesta sui contratti Expo. La chiusura dell'inchiesta è l'atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura. Il reato ipotizzato dagli inquirenti è quello di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e induzione indebita per presunte pressioni per far ottenere un incarico lavorativo e un viaggio a due sue ex collaboratrici. Nel caso di una eventuale condanna, in base alla legge Severino, Maroni rischierebbe di decadere dalla carica di governatore.
Gli altri indagati - Fra gli indagati, oltre a Maroni, il segretario generale della Regione Andrea Gibelli, il capo della segreteria del presidente, Giacomo Ciriello, e il direttore generale di Expo 2015 spa, Christian Malangone. Anche la società Expo, come persona giuridica, è indagata per effetto della legge 231 sulla responsabilità delle aziende.
Le presunte pressioni per favorire due collaboratrici - L'indagine è nata da uno dei filoni dell'inchiesta Finmeccanica a Busto Arsizio,e ipotizza che Maroni fece ottenere indebitamente un contratto di collaborazione da 29.500 euro con la società Eupolis (ente di ricerca della Regione) a Mara Carluccio (anche lei indagata), sua collaboratrice al Viminale quando era ministro dell'Interno; e che lo stesso Maroni, attraverso Ciriello, esercitò pressioni perché la società Expo pagasse a un'altra sua ex collaboratrice, con la quale secondo gli inquirenti intratteneva all'epoca "una relazione affettiva", Maria Grazia Paturzo (non indagata), un viaggio a Tokyo, nell'ambito del World Expo Tour. Tra gli atti dell'inchiesta l'sms di Giacomo Ciriello, capo della segretaria di Maroni, al dg di Expo Malangone: "Christian, il Pres. ci tiene acché la delegazione per Tokyo comprenda anche la società Expo attraverso la dottoressa Paturzo e voleva" che anche lei "viaggiasse" in business class e in albergo di lusso.
Maroni: "Sono tranquillissimo" - "Era ora, finalmente dopo un anno di indagini si chiude, se per una sciocchezza come questa ci vuole un anno, poveri noi. Detto questo, io sono tranquillissimo, non ha mai fatto pressioni in vita mia per nessuno, per i miei figli, amici o parenti" ha commentato Roberto Maroni la chiusura delle indagini a suo carico. "Se sono colpevole di una cosa è di aver annullato un viaggio a Tokyo facendo risparmiare soldi alla Regione, mandando il vice presidente Mantovani che, invece che con sei, ha viaggiato con 4 persone", ha spiegato Maroni. "Non ho assolutamente nessun timore poi vediamo come andrà a finire", ha concluso il governatore lombardo.
Gli altri indagati - Fra gli indagati, oltre a Maroni, il segretario generale della Regione Andrea Gibelli, il capo della segreteria del presidente, Giacomo Ciriello, e il direttore generale di Expo 2015 spa, Christian Malangone. Anche la società Expo, come persona giuridica, è indagata per effetto della legge 231 sulla responsabilità delle aziende.
Le presunte pressioni per favorire due collaboratrici - L'indagine è nata da uno dei filoni dell'inchiesta Finmeccanica a Busto Arsizio,e ipotizza che Maroni fece ottenere indebitamente un contratto di collaborazione da 29.500 euro con la società Eupolis (ente di ricerca della Regione) a Mara Carluccio (anche lei indagata), sua collaboratrice al Viminale quando era ministro dell'Interno; e che lo stesso Maroni, attraverso Ciriello, esercitò pressioni perché la società Expo pagasse a un'altra sua ex collaboratrice, con la quale secondo gli inquirenti intratteneva all'epoca "una relazione affettiva", Maria Grazia Paturzo (non indagata), un viaggio a Tokyo, nell'ambito del World Expo Tour. Tra gli atti dell'inchiesta l'sms di Giacomo Ciriello, capo della segretaria di Maroni, al dg di Expo Malangone: "Christian, il Pres. ci tiene acché la delegazione per Tokyo comprenda anche la società Expo attraverso la dottoressa Paturzo e voleva" che anche lei "viaggiasse" in business class e in albergo di lusso.
Maroni: "Sono tranquillissimo" - "Era ora, finalmente dopo un anno di indagini si chiude, se per una sciocchezza come questa ci vuole un anno, poveri noi. Detto questo, io sono tranquillissimo, non ha mai fatto pressioni in vita mia per nessuno, per i miei figli, amici o parenti" ha commentato Roberto Maroni la chiusura delle indagini a suo carico. "Se sono colpevole di una cosa è di aver annullato un viaggio a Tokyo facendo risparmiare soldi alla Regione, mandando il vice presidente Mantovani che, invece che con sei, ha viaggiato con 4 persone", ha spiegato Maroni. "Non ho assolutamente nessun timore poi vediamo come andrà a finire", ha concluso il governatore lombardo.