Si indaga su una lite avvenuta in dicembre, quando Gianluca Monni difese la sua ragazza da alcuni giovani di Nule (Ss). E si cercano legami con la scomparsa di un altro ragazzo, sparito la sera prima del delitto con un'auto simile a quella dei killer
Vertice di due ore questa mattina nella procura di Nuoro per fare il punto sull'omicidio di Gianluca Monni, il 19enne di Orune (Nu) ucciso venerdì mattina mentre attendeva il pullman per andare a scuola.
La pista privilegiata è quella che porta a Nule (Sassari) e che ha collegamenti con la sparizione, la sera prima del delitto, del 28enne Stefano Masala, di Nule, uscito da casa con la Opel Corsa grigia del padre, poi trovata bruciata venerdì notte nelle campagne di Pattada. Un'auto molto simile all’utilitaria indicata dai testimoni come l’auto dei killer.
L'ipotesi investigativa parte dalla serata del 13 dicembre 2014, quando ad Orani, durante una festa, un gruppo di ragazzi di Nule importunarono alcune ragazze, tra le quali la fidanzata di Monni, scontrandosi così con i ragazzi di Orune.
Tre i sospettati del delitto dagli inquirenti, che cercano riscontri della lite del dicembre scorso e dell’eventuale presenza di Stefano Masala e stanno analizzando i tabulati telefonici, il materiale raccolto da telecamere sul percorso dei killer a Orune e le testimonianze raccolte.
Per gli investigatori, Masala, disponibile ad accompagnare amici e paesani, potrebbe essere stato "ingaggiato" come autista da alcune persone del suo paese, i responsabili della spedizione omicida, fra cui anche il minorenne che a dicembre avrebbe minacciato la vittima. Dopo la spedizione punitiva che ha portato all'uccisione dello studente, il giovane è sparito, forse eliminato per non farlo parlare, anche se non si esclude un allontanamento volontario.
La famiglia del ragazzo scomparso ha lanciato un appello a chiunque possa aiutare a ritrovarlo, facendo presente che Stefano ha bisogno di sottoporsi ogni due giorni a una terapia a base di cortisone per evitare problemi di deambulazione e alla vista.
E un accorato appello arriva anche dal vescovo di Nuoro monsignor Mosè Marcia che, a proposito del delitto, ai microfoni di Radio Vaticana ha detto: "Chi sa qualcosa parli!".
La pista privilegiata è quella che porta a Nule (Sassari) e che ha collegamenti con la sparizione, la sera prima del delitto, del 28enne Stefano Masala, di Nule, uscito da casa con la Opel Corsa grigia del padre, poi trovata bruciata venerdì notte nelle campagne di Pattada. Un'auto molto simile all’utilitaria indicata dai testimoni come l’auto dei killer.
L'ipotesi investigativa parte dalla serata del 13 dicembre 2014, quando ad Orani, durante una festa, un gruppo di ragazzi di Nule importunarono alcune ragazze, tra le quali la fidanzata di Monni, scontrandosi così con i ragazzi di Orune.
Tre i sospettati del delitto dagli inquirenti, che cercano riscontri della lite del dicembre scorso e dell’eventuale presenza di Stefano Masala e stanno analizzando i tabulati telefonici, il materiale raccolto da telecamere sul percorso dei killer a Orune e le testimonianze raccolte.
Per gli investigatori, Masala, disponibile ad accompagnare amici e paesani, potrebbe essere stato "ingaggiato" come autista da alcune persone del suo paese, i responsabili della spedizione omicida, fra cui anche il minorenne che a dicembre avrebbe minacciato la vittima. Dopo la spedizione punitiva che ha portato all'uccisione dello studente, il giovane è sparito, forse eliminato per non farlo parlare, anche se non si esclude un allontanamento volontario.
La famiglia del ragazzo scomparso ha lanciato un appello a chiunque possa aiutare a ritrovarlo, facendo presente che Stefano ha bisogno di sottoporsi ogni due giorni a una terapia a base di cortisone per evitare problemi di deambulazione e alla vista.
E un accorato appello arriva anche dal vescovo di Nuoro monsignor Mosè Marcia che, a proposito del delitto, ai microfoni di Radio Vaticana ha detto: "Chi sa qualcosa parli!".