Il primo cittadino, in manette insieme ad altre 8 persone, lascia l'incarico. Il procuratore di Napoli a Sky TG24: “Accertato il suo coinvolgimento". Cantone chiede gli atti alla procura. D'Alema potrebbe essere sentito come teste
Giosi Ferrandino, arrestato ieri per l'inchiesta sulle presunte tangenti legate alla metanizzazione si è dimesso da sindaco di Ischia. L'atto è stato formalmente presentato dal suo difensore, l'avv. Genny Tortora. Il primo cittadino è finito in manette insieme ad altre 8 persone. “E' stato accertato - ha detto a Sky TG24 il procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo - il suo coinvolgimento nel concedere l'appalto di metanizzazione del comune di Ischia alla società Cpl concordia. Un episodio che dimostra come fosse articolato il sistema”.
Il pm: “Dati oggettivi” - “I soldi – ha aggiunto Colangelo – pagati per queste presunte consulenze dalla società Concordia alla Tunita confluivano su un conto corrente tunisino da cui poi venivano prelevati dei soldi: una parte veniva riportata in contanti in Italia; un'altra parte finiva in una banca di San Marino che li faceva ritornare ai responsobale della società Concordia.
Cantone chiede gli atti alla Procura – Intanto l'Authority anticorruzione ha chiesto ufficialmente gli atti dell'inchiesta al procuratore della Repubblica di Napoli per capire se ci siano appalti che possono essere commissariati. A darne notizia lo stesso presidente dell'Autorità, Raffaele Cantone.
D'Alema potrebbe essere sentito come teste – E Massimo D'Alema potrebbe essere interrogato in qualità di persona informata sui fatti nell'ambito dell'inchiesta. La testimonianza dell'ex presidente del Consiglio, a quanto si è appreso, dovrebbe chiarire uno dei punti cruciali delle indagini, ovvero i rapporti che la cooperativa Cpl Concordia ha intessuto con gli ambienti della politica e della pubblica amministrazione. D'Alema, che non è indagato, parla di “vicenda scandalosa”. E ha aggiunto: “Difenderò la mia reputazione in ogni sede. Ho già dato mandato agli avvocati".
Il pm: “Dati oggettivi” - “I soldi – ha aggiunto Colangelo – pagati per queste presunte consulenze dalla società Concordia alla Tunita confluivano su un conto corrente tunisino da cui poi venivano prelevati dei soldi: una parte veniva riportata in contanti in Italia; un'altra parte finiva in una banca di San Marino che li faceva ritornare ai responsobale della società Concordia.
Cantone chiede gli atti alla Procura – Intanto l'Authority anticorruzione ha chiesto ufficialmente gli atti dell'inchiesta al procuratore della Repubblica di Napoli per capire se ci siano appalti che possono essere commissariati. A darne notizia lo stesso presidente dell'Autorità, Raffaele Cantone.
D'Alema potrebbe essere sentito come teste – E Massimo D'Alema potrebbe essere interrogato in qualità di persona informata sui fatti nell'ambito dell'inchiesta. La testimonianza dell'ex presidente del Consiglio, a quanto si è appreso, dovrebbe chiarire uno dei punti cruciali delle indagini, ovvero i rapporti che la cooperativa Cpl Concordia ha intessuto con gli ambienti della politica e della pubblica amministrazione. D'Alema, che non è indagato, parla di “vicenda scandalosa”. E ha aggiunto: “Difenderò la mia reputazione in ogni sede. Ho già dato mandato agli avvocati".