In manette anche Ettore Incalza, super-dirigente del Ministero dei Lavori Pubblici (ora consulente esterno). Il gip: "Uno degli indagati procurò lavori al figlio di Lupi". Ma il ministro precisa: "Mai chiesto favori"
Quattro arresti e oltre 50 indagati. E' il bilancio di in una maxi operazione dei carabinieri del Ros, coordinata dalla procura di Firenze. Nel mirino la gestione illecita degli appalti relativi alla Tav ed anche alcuni riguardanti l'Expo. Agli indagati vengono contestati i reati di corruzione induzione indebita, turbata libertà degli incanti ed altri delitti contro la Pa. Gli inquirenti parlano di un "articolato sistema corruttivo che coinvolgeva dirigenti pubblici, società aggiudicatarie degli appalti ed imprese esecutrici dei lavori".
Tra gli arrestati Incalza, "potentissimo dirigente" - In manette è finito, tra gli altri, Ettore Incalza, definito "potentissimo dirigente" del ministero dei Lavori Pubblici, dove è rimasto per 14 anni, attraversando sette governi, fino all'attuale. Sarebbe il principale artefice del "sistema corruttivo" scoperto dalla procura di Firenze. Tra gli indagati figurerebbe anche Antonio Acerbo, ex manager di Expo, già arrestato o scorso ottobre nel filone d'inchiesta milanese sulla 'cupola degli appalti'. E' accusato di turbativa d'asta per aver pilotato la gara per il 'Palazzo Italia'.
L'accusa: consulenze in cambio di lavori - Per l'accusa la direzione dei lavori veniva affidata all'ingegner Stefano Perotti, anche lui finito in manette, per un accordo illecito: "Perotti affidava consulenze retribuite a Incalza", ha detto il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo. "Dall'indagine è emerso altresì come l'ingegner Stefano Perotti abbia influito illecitamente sulla aggiudicazione dei lavori di realizzazione del cosiddetto Palazzo Italia Expo". "Questo tipo di direzione dei lavori consentiva modifiche, con opere che lievitavano anche del 40 per cento", ha detto il comandante del ros, Mario Parente. "Il totale degli appalti affidati a società legate a Perotti", aggiunge poi Creazzo, è di 25 milioni di euro".
Il pm spiega le modalità della corruzione:
Lupi: "Mai chiesti favori per mio figlio" - Proprio Perotti, secondo il gip, "ha procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi", figlio del ministro Maurizio Lupi. Accusa però smentita da Maurizio Lupi, che rivendica di non aver mai "chiesto all'ingegner Perotti né a chicchessia di far lavorare mio figlio. Non è nel mio costume e sarebbe un comportamento che riterrei profondamente sbagliato". "Mio figlio Luca si è laureato al Politecnico di Milano nel dicembre 2013 con 110 e lode dopo un periodo di sei mesi presso lo studio americano Som (Skidmore Owings and Merrill LLP) di San Francisco, dove era stato inviato dal suo professore per la tesi. Appena laureato ha ricevuto un'offerta di lavoro dallo stesso studio per la sede di New York" conclude Lupi.
Lupi: "Incalza figura tecnica autorevole" - Lupi poi difende anche la figura di Incalza,, che secondo il ministro "è una delle figure tecniche più autorevoli che il nostro Paese abbia sia da un punto di vista dell'esperienza tecnica nazionale che della competenza internazionale, che gli è riconosciuta in tutti i livelli". "Non a caso - ha proseguito il ministro - è la persona che viene definita come il padre della legge obiettivo ed il padre della possibilità che nel nostro Paese si siano realizzate le grandi opere".
Gli altri arrestati - Riguardo alle altre due persone finite in manette: Sandro Pacella è un funzionario del ministero, stretto collaboratore di Incalza, così come gravitava nell'ambito del dicastero anche Francesco Cavallo, presidente del Cda di Centostazioni Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato.
Perquisizioni anche in Rfi - Tra i luoghi perquisiti - oltre ad uffici della Rete Ferroviaria Italiana Spa e dell'Anas International Enterprises - anche ambienti della Struttura di Missione presso il Ministero delle Infrastrutture, delle Ferrovie del Sud Est Srl, del Consorzio Autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre, dell'Autostrada regionale Cispadana Spa e dell'Autorità portuale Nord Sardegna. L'esecuzione dei provvedimenti ha interessato le province di Roma, Milano, Firenze, Bologna, Genova, Torino, Padova, Brescia, Perugia, Bari, Modena, Ravenna, Crotone e Olbia.
Tra gli arrestati Incalza, "potentissimo dirigente" - In manette è finito, tra gli altri, Ettore Incalza, definito "potentissimo dirigente" del ministero dei Lavori Pubblici, dove è rimasto per 14 anni, attraversando sette governi, fino all'attuale. Sarebbe il principale artefice del "sistema corruttivo" scoperto dalla procura di Firenze. Tra gli indagati figurerebbe anche Antonio Acerbo, ex manager di Expo, già arrestato o scorso ottobre nel filone d'inchiesta milanese sulla 'cupola degli appalti'. E' accusato di turbativa d'asta per aver pilotato la gara per il 'Palazzo Italia'.
L'accusa: consulenze in cambio di lavori - Per l'accusa la direzione dei lavori veniva affidata all'ingegner Stefano Perotti, anche lui finito in manette, per un accordo illecito: "Perotti affidava consulenze retribuite a Incalza", ha detto il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo. "Dall'indagine è emerso altresì come l'ingegner Stefano Perotti abbia influito illecitamente sulla aggiudicazione dei lavori di realizzazione del cosiddetto Palazzo Italia Expo". "Questo tipo di direzione dei lavori consentiva modifiche, con opere che lievitavano anche del 40 per cento", ha detto il comandante del ros, Mario Parente. "Il totale degli appalti affidati a società legate a Perotti", aggiunge poi Creazzo, è di 25 milioni di euro".
Il pm spiega le modalità della corruzione:
Lupi: "Mai chiesti favori per mio figlio" - Proprio Perotti, secondo il gip, "ha procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi", figlio del ministro Maurizio Lupi. Accusa però smentita da Maurizio Lupi, che rivendica di non aver mai "chiesto all'ingegner Perotti né a chicchessia di far lavorare mio figlio. Non è nel mio costume e sarebbe un comportamento che riterrei profondamente sbagliato". "Mio figlio Luca si è laureato al Politecnico di Milano nel dicembre 2013 con 110 e lode dopo un periodo di sei mesi presso lo studio americano Som (Skidmore Owings and Merrill LLP) di San Francisco, dove era stato inviato dal suo professore per la tesi. Appena laureato ha ricevuto un'offerta di lavoro dallo stesso studio per la sede di New York" conclude Lupi.
Lupi: "Incalza figura tecnica autorevole" - Lupi poi difende anche la figura di Incalza,, che secondo il ministro "è una delle figure tecniche più autorevoli che il nostro Paese abbia sia da un punto di vista dell'esperienza tecnica nazionale che della competenza internazionale, che gli è riconosciuta in tutti i livelli". "Non a caso - ha proseguito il ministro - è la persona che viene definita come il padre della legge obiettivo ed il padre della possibilità che nel nostro Paese si siano realizzate le grandi opere".
Gli altri arrestati - Riguardo alle altre due persone finite in manette: Sandro Pacella è un funzionario del ministero, stretto collaboratore di Incalza, così come gravitava nell'ambito del dicastero anche Francesco Cavallo, presidente del Cda di Centostazioni Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato.
Perquisizioni anche in Rfi - Tra i luoghi perquisiti - oltre ad uffici della Rete Ferroviaria Italiana Spa e dell'Anas International Enterprises - anche ambienti della Struttura di Missione presso il Ministero delle Infrastrutture, delle Ferrovie del Sud Est Srl, del Consorzio Autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre, dell'Autostrada regionale Cispadana Spa e dell'Autorità portuale Nord Sardegna. L'esecuzione dei provvedimenti ha interessato le province di Roma, Milano, Firenze, Bologna, Genova, Torino, Padova, Brescia, Perugia, Bari, Modena, Ravenna, Crotone e Olbia.