In un colloquio telefonico due degli indagati della maxi inchiesta sulle infiltrazioni delle cosche al Nord, che ha portato a 160 arresti, pensavano già a come fare affari infiltrandosi nella ricostruzione post terremoto. VIDEO
Ridevano del terremoto in Emilia. Così come era accaduto all’Aquila. E’ quanto emerge dalle intercettazioni di un colloquio tra due indagati nell’ambito della maxi inchiesta sulla ‘ndrangheta al Nord che ha portato agli arresti oltre 160 persone. Nel dialogo, che risale al 29 maggio del 2012, Gaetano Blasco e Antonio Valerio, ritenuti tra gli organizzatori dell’associazione a delinquere di stampo mafioso, pensavano già a come fare affari infiltrandosi nella ricostruzione post sisma. “L’hai sentita l’altra scossa?” chiede uno ridendo. “Non l’ho sentita allora? Sono andato via da casa”. “Dobbiamo andare a vedere… è tutt’andare il lavoro là”. E ancora sui capannoni industriali crollati, in cui hanno perso la vita tanti lavoratori: “Dice che ora stanno facendo una proposta di fare tutto in legno”. “Magari.. magari”. “Dobbiamo preparare tutte le società… dobbiamo preparare… quattro società sicure”. “Secondo me dobbiamo iniziare a lavorare… già un paio di cutresi sono andati prima di noi eh! Che noi parliamo e quelli fanno”.