Tensioni alla manifestazione che si è svolta a una settimana dall'aggressione da parte di militanti di Casapound a un militante dei centri sociali. La testa del corteo è stata presa da pochi black bloc che hanno dato il via a lanci di sassi
E' sfociato in una guerriglia urbana il corteo organizzato a Cremona per protestare contro l'aggressione di domenica scorsa di Emilio Visigalli, esponente del centro sociale Dordoni, da parte di militanti di Casapound. La tensione è esplosa quando in testa ai manifestanti si è messo un gruppo di Black bloc, giovani vestiti di nero, con caschi, e in mano dei bastoni, che avrebbe tentato di deviare la manifestazione. Lanciati sassi, bottiglie e fumogeni contro la polizia che ha sparato lacrimogeni. Due ore di tensione per il centro della città.
Dopo poche centinaia di metri apparsi i black bloc - Alla manifestazione di protesta si erano presentati in circa duemila. In testa lo striscione con la scritta "Chiudere tutti i covi fascisti, Emilio resisti lottiamo con te". Emilio Visigalli, aggredito subito dopo l'incontro di calcio Cremona-Mantova, è tuttora ricoverato in gravissime condizioni per lesioni al capo dopo essere stato aggredito. Dietro esponenti di centri sociali lombardi ma non solo, anche bandiere di Rifondazione Comunista, Usb e Anpi. Il corteo è partito tra slogan di protesta e cori, ma dopo poche centinaia di metri lo striscione, retto anche dalla moglie di Visigalli, è improvvisamente scomparso e in testa si è sistemato il gruppo di giovani vestiti di nero, volto coperto dai caschi, impugnando bastoni. Nonostante si trattasse di una minoranza rispetto alla stragrande maggioranza di manifestanti pacifici, la situazione è presto degenerata. Sembra che i black bloc avessero intenzione di deviare il corteo verso la sede di Casa Pound, che da ieri tra l'altro è in vendita.
Infrante diverse vetrine - Contro le forze dell'ordine sono stati lanciati sassi, bottiglie, fumogeni, la polizia ha risposto con i lacrimogeni e ben presto la maggior parte dei manifestanti si è dispersa. Il gruppo di black bloc, pare un centinaio arrivati anche da altre parti di Italia, ha però continuato a provocare disordini, pur senza mai arrivare alla scontro diretto con le forze dell'ordine che avanzavano e arretravano cercando di contenerli. Hanno tentato di, arrivare nei pressi del Comando provinciale dei carabinieri, presidiato da polizia e militari. Ma soprattutto hanno cercato in tutti i modi di aggirare gli schieramenti delle forze dell'ordine, tra via Dante e via Stauffer, probabilmente per raggiungere la vicina sede di Casa Pound. Durante la guerriglia i giovani hanno infranto vetrine di banche e di edifici. I Vigili del Fuoco sono dovuti intervenire anche nella sede del comando della Polizia Municipale le cui vetrate sono state totalmente distrutte.
Dopo poche centinaia di metri apparsi i black bloc - Alla manifestazione di protesta si erano presentati in circa duemila. In testa lo striscione con la scritta "Chiudere tutti i covi fascisti, Emilio resisti lottiamo con te". Emilio Visigalli, aggredito subito dopo l'incontro di calcio Cremona-Mantova, è tuttora ricoverato in gravissime condizioni per lesioni al capo dopo essere stato aggredito. Dietro esponenti di centri sociali lombardi ma non solo, anche bandiere di Rifondazione Comunista, Usb e Anpi. Il corteo è partito tra slogan di protesta e cori, ma dopo poche centinaia di metri lo striscione, retto anche dalla moglie di Visigalli, è improvvisamente scomparso e in testa si è sistemato il gruppo di giovani vestiti di nero, volto coperto dai caschi, impugnando bastoni. Nonostante si trattasse di una minoranza rispetto alla stragrande maggioranza di manifestanti pacifici, la situazione è presto degenerata. Sembra che i black bloc avessero intenzione di deviare il corteo verso la sede di Casa Pound, che da ieri tra l'altro è in vendita.
Infrante diverse vetrine - Contro le forze dell'ordine sono stati lanciati sassi, bottiglie, fumogeni, la polizia ha risposto con i lacrimogeni e ben presto la maggior parte dei manifestanti si è dispersa. Il gruppo di black bloc, pare un centinaio arrivati anche da altre parti di Italia, ha però continuato a provocare disordini, pur senza mai arrivare alla scontro diretto con le forze dell'ordine che avanzavano e arretravano cercando di contenerli. Hanno tentato di, arrivare nei pressi del Comando provinciale dei carabinieri, presidiato da polizia e militari. Ma soprattutto hanno cercato in tutti i modi di aggirare gli schieramenti delle forze dell'ordine, tra via Dante e via Stauffer, probabilmente per raggiungere la vicina sede di Casa Pound. Durante la guerriglia i giovani hanno infranto vetrine di banche e di edifici. I Vigili del Fuoco sono dovuti intervenire anche nella sede del comando della Polizia Municipale le cui vetrate sono state totalmente distrutte.