Inchiesta Roma, nuovo sequestro. Grasso e Alfano: "È mafia"

Cronaca

L'operazione nei confronti del patrimonio dell'imprenditore Guarnera. Requisiti oltre 170 immobili, un'imbarcazione da 14 metri, 10 tra auto e moto per 100 milioni di euro. Intanto torna in libertà Riccardo Mancini, carcere confermato per Buzzi

La Guardia di finanza di Roma ha sequestrato un patrimonio del valore di 100 milioni di euro (LE IMMAGINI) riconducibile a Cristiano Guarnera, imprenditore arrestato nell'ambito dell'indagine su 'Mafia Capitale' (TUTTE LE FOTO). Il provvedimento di sequestro riguarda, tra l'altro, quote societarie, 178 immobili e 3 terreni. Secondo la Guardia di Finanza, Guarnera è da considerare una figura chiave dell'inchiesta:


Sequestrati anche yacht, auto e moto - In particolare, il provvedimento di sequestro riguarda le quote societarie, il capitale sociale e l'intero patrimonio aziendale, comprese le disponibilità finanziarie di diverse aziende.
Tra i beni sequestrati, 181 unità immobiliari (178 immobili e 3 terreni), un'imbarcazione da diporto di 14,54 metri, 10 tra auto e moto.

Il precedente sequestro - Il sequestro si aggiunge a quello per oltre 200 milioni già compiuto all'inizio del mese, quando le forze dell'ordine avevano arrestato una quarantina di persone, tra cui il presunto capo dell'organizzazione Massimo Carminati.

Carcere confermato per Buzzi, Mancini libero - Poche ore dopo, è arrivata la conferma dal tribunale del Riesame della custodia in carcere, con l'aggravante mafiosa, per Salvatore Buzzi, Giovanni De Carlo ed altri nove indagati nell'inchiesta di Mafia Capitale. Torna invece in libertà Riccardo Mancini, ex ad dell'Ente Eur, mentre Giovanni Fiscon, ex direttore generale Ama va ai domiciliari.
"Attendiamo le motivazioni del tribunale del Riesame - commenta a Sky TG24 il legale di Mancini, Luciano Moneta Caglio - ritengo che sia stata valutata l'insussistenza degli indizi a carico di Mancini".



Alfano e Grasso: "Questa è mafia" - Intanto il ministro dell’Interno Alfano e il presidente del Senato Grasso concordano sul fatto che si tratti di mafia. “L'inchiesta su Mafia Capitale ha fatto emergere un "mondo di mezzo" che non fatico a identificare come mafia, perché anche le mafie sono cambiate”, ha detto Grasso.


Per Alfano “è fondata la configurazione del 416 bis nell'inchiesta condotta da un procuratore serio come Giuseppe Pignatone”. “L'approssimazione con cui si è parlato del 416 bis, come se qualcuno potesse ancora pensare che l'organizzazione mafiosa sia un club con sede a Corleone e con uomini con la coppola. La mafia - ha aggiunto Alfano - è metodo e cultura". (VIDEO)

Nuove polemiche per le intercettazioni - Intanto il sindaco di Roma dice di non voler commentare le intercettazioni relative all'inchiesta Mafia Capitale che riguarderebbero Maurizio Pucci, il 'candidato' ad entrare nella nuova giunta come assessore ai Lavori Pubblici. Nelle intercettazioni, pubblicate dal Messaggero, Salvatore Buzzi sostiene, riferendosi a Pucci che "quello ruba per il partito ma tanta roba gli è rimasta attaccata".

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