Cinquantanove gli arresti nel blitz contro la cosca Libri-De Stefano-Tegano. Tra le accuse: associazione di tipo mafioso, traffico di armi, corruzione ed estorsione. Gli investigatori: "Vita criminale che non si registrava in città da 20 anni"
Puntavano a mettere le mani sul catering alla stadio Meazza per la stagione 2014-2015 cercando di 'screditare' la società che attualmente lo gestisce per il Milan, attraverso una falsa indagine che avrebbe dovuto avere lo scopo di far sì che fosse estromessa dal servizio.
59 arresti - E' solo uno dei dettagli che emerge dall'inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, a carico della cosca 'ndranghetista Libri-De Stefano-Tegano, originaria di Reggio Calabria e operante a Milano. Inchiesta sfociata in un'operazione che ha portato a emettere 59 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati per varie accuse tra cui l'associazione di tipo mafioso, il traffico di armi, la corruzione di pubblico ufficiale, l'estorsione e l'associazione finalizzata al traffico internazionale illecito di sostanze stupefacenti.
"Protezione totale" agli imprenditori - Tra le persone arrestate, parecchi imprenditori, che dimostrano ancora la capacità della 'ndrangheta di infiltrarsi nei tessuti della società civile. Secondo i militari, gli 'ndranghetisti fornivano a imprenditori locali "una "protezione totale", utilizzando in diversi episodi le modalità dell'"estorsione - protezione" e condizionavano l'aggiudicazione di contratti di forniture e prestazioni d'opera, "anche con forme di corruttela di pubblici ufficiali". La cosca gestiva poi, per accrescere il suo potere economico, una consistente attività di traffico internazionale di sostanze stupefacenti come cocaina, hashish e marijuana.
Gli investigatori: "Uno spaccato che non si registrava da 20 anni" - L'operazione ha visto impegnati circa quattrocento militari dei carabinieri in tutto il territorio nazionale. L'organizzazione era attiva in città nella zona tra piazza Prealpi e viale Certosa, mentre le inchieste condotte negli ultimi anni avevano decapitato cosche operative nell'hinterland e in Lombardia. Dalle indagini emerge in particolare "uno spaccato di vita criminale a Milano che non si registrava da 20 anni", ha spiegato il generale dei carabinieri Maurizio Stefanizzi.
59 arresti - E' solo uno dei dettagli che emerge dall'inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, a carico della cosca 'ndranghetista Libri-De Stefano-Tegano, originaria di Reggio Calabria e operante a Milano. Inchiesta sfociata in un'operazione che ha portato a emettere 59 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati per varie accuse tra cui l'associazione di tipo mafioso, il traffico di armi, la corruzione di pubblico ufficiale, l'estorsione e l'associazione finalizzata al traffico internazionale illecito di sostanze stupefacenti.
"Protezione totale" agli imprenditori - Tra le persone arrestate, parecchi imprenditori, che dimostrano ancora la capacità della 'ndrangheta di infiltrarsi nei tessuti della società civile. Secondo i militari, gli 'ndranghetisti fornivano a imprenditori locali "una "protezione totale", utilizzando in diversi episodi le modalità dell'"estorsione - protezione" e condizionavano l'aggiudicazione di contratti di forniture e prestazioni d'opera, "anche con forme di corruttela di pubblici ufficiali". La cosca gestiva poi, per accrescere il suo potere economico, una consistente attività di traffico internazionale di sostanze stupefacenti come cocaina, hashish e marijuana.
Gli investigatori: "Uno spaccato che non si registrava da 20 anni" - L'operazione ha visto impegnati circa quattrocento militari dei carabinieri in tutto il territorio nazionale. L'organizzazione era attiva in città nella zona tra piazza Prealpi e viale Certosa, mentre le inchieste condotte negli ultimi anni avevano decapitato cosche operative nell'hinterland e in Lombardia. Dalle indagini emerge in particolare "uno spaccato di vita criminale a Milano che non si registrava da 20 anni", ha spiegato il generale dei carabinieri Maurizio Stefanizzi.