Loris, la mamma: l'ho portato a scuola, c'è un testimone

Cronaca

L'interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo di Veronica Panarello è durato oltre 4 ore. La donna ribadisce la sua innocenza e nega "la presenza di un secondo telefonino". La sorella: "Penso sia stata lei, ma non da sola"

Un lunghissimo interrogatorio, "molto articolato", nel quale "ha risposto a tutte le domande senza alcun cedimento, confermando la stessa versione dei fatti, senza contraddirsi". Lo ha detto l'avvocato Francesco Villardita (VIDEO), legale di Veronica Panarello, accusata dell'omicidio del figlio Loris, al termine dell'interrogatorio di garanzia durato circa quattro ore, nel carcere di Catania, davanti al gip di Ragusa Claudio Maggioni che deciderà entro venerdì 12 sul provvedimento. Ha tempo sino alle 21.03.

La donna ripete: sono innocente - Davanti al giudice la mamma della piccola vittima ha ripetuto la sua innocenza e affermato di volere "pienamente collaborare". La donna accusata di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, ha ribadito di avere accompagnato il figlio a scuola e che, ha riferito il legale, "è stata vista dal vigile urbano che era in servizio, indicando anche il sesso dell'ufficiale di polizia giudiziaria, una donna, di cui ha fatto il nome". (La ricostruzione del caso  - VIDEO).
La donna attenderà la decisione del gip nella sezione femminile della casa circondariale di piazza Lanza. La difesa aveva avanzato istanza di scarcerazione, l'accusa la conferma della custodia cautelare: "C'è stata un'opposizione da parte della difesa alla convalida del fermo - ha proseguito il legale - perchè riteniamo che non ci siano i presupposti del pericolo di fuga in quanto il pericolo di fuga è l'elemento principe per potere avere un decreto di fermo da parte del Pm o della polizia giudiziaria".

Negata la presenza di un secondo telefonino - Ha negato, inoltre, "la presenza di un secondo telefonino e l'unico lo ha messo a disposizione della magistratura, lo ha consegnato spontaneamente alla magistratura quando era ancora libera".  Quanto alle fascette di plastica con cui sarebbe stato strangolato Loris, Veronica Panarello ha spiegato che "le fascette sono venute fuori solo ed esclusivamente perché lei stessa, nell'intento di dare una mano alla polizia giudiziaria alla ricerca del colpevole, ha chiesto alle maestre se fosse vero che avevano richiesto al bambino di portarle a scuola per fare degli esperimenti e alla risposta negativa delle maestre si è prodigata affinché queste fascette arrivassero agli inquirenti, ai quali lei le ha consegnate spontaneamente per poter andare alla ricerca della verità"

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