Concordia, Schettino ai pm: "Inchino sempre fatto"

Cronaca

La Procura di Grosseto chiederà una condanna ad oltre 20 anni per l'ex comandante che è tornato in aula per il processo sul naufragio costato la vita a 33 persone. Ha negato che l'inchino fosse 'dedicato' a Domnica e ha aggiunto: "Non avvisai nessuno"

Francesco Schettino contro tutti: lui la manovra sotto il Giglio l'aveva impostata bene e gli sarebbe anche riuscita. Ma i suoi ufficiali in plancia, dice, non compresero che le distanze dagli scogli erano sbagliate e, soprattutto, non lo avvisarono in tempo dell'urto imminente. E' questa la 'sua' verità, che fa perno su una presunta correttezza della manovra di avvicinamento al Giglio, raccontata nell'aula del Tribunale di Grosseto durante l'interrogatorio. Ma per la procura l'ex comandante della Concordia rischia oltre 20 anni.
Francesco Schettino è tornato dunque in aula per il processo sul naufragio avvenuto il 13 gennaio 2012 all'Isola del Giglio, costato la vita a 33 persone, in cui è imputato.


Le persone in plancia della Concordia - L'ex comandante della Concordia ha risposto alla domande dei pm, tra cui anche quella relativa agli ospiti presenti in plancia al momento della collisione. “C’era la Cermotan, ma lei stava sulla porta, Tievoli, Onorato e Giampedroni”, ha spiegato Schettino. La presenza di ospiti era consentita o vietata? “Non era vietata assolutamente, mi ricordo che sul ponte di comando facevamo dei tour in navigazione per chi voleva fare le escursioni. Imponevo un massimo di 12 persone, li facevo scaglionati. Durante la navigazione? Sì, io volevo farli in porto ma non era un’attrattiva per gli ospiti e io li facevo sempre nella tratta Palma de Maiorca-Cagliari”.

"Non avvisai nessuno dell’inchino" - Quanto all’inchino davanti all’Isola del Giglio, Schettino dice: "Non avvisai nessuno perché non era prevista alcuna fermata. Non era una navigazione commerciale o turistica. Si è trattato di una accostata. Se avessimo dovuto fermarci tutto sarebbe stato diverso". Schettino ricordando che i passaggi sotto costa si sono sempre fatti, ha aggiunto che il comandante della nave ha la "facoltà di tracciare la rotta ma non ha l'obbligo di informare l'armatore. Non c'era pianificazione di navigazione turistica, come si fa in un golfo con sosta. Si è trattato di una accostata e quindi non c'era bisogno di avvisare".

"Non si creda che io non abbia tormenti"
- In un altro passaggio dell'interrogatorio, Schettino ha affermato che "la genesi che ha portato al disastro è una stupidata". "Non si creda che io non abbia tormenti per questa stupidata - ha detto l'ex  comandante - La genesi che ha portato al disastro è una stupidata,  dove con un po' di coscienza bastava parlare e dire la cosa. Io ho cercato in tutti modi di giustificare anche gli altri e questo  purtroppo nei mesi di arresti domiciliari e di obbligo di dimora, secondo lei a cosa ho pensato?". (VIDEO)

Procura pronti a chiedere 20 anni per Schettino
- A margine dell'udienza, il procuratore Francesco Verusio, in una pausa dell'interrogatorio di Schettino, nel parlare con i giornalisti, ha detto che la Procura è intenzionata a chiedere oltre 20 anni di carcere per Francesco Schettino come responsabile del naufragio della Concordia. Per i vari reati, Schettino potrebbe essere condannato a circa 22 anni.

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