La richiesta del sostituto procuratore di Milano nel processo d’appello bis per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto nel 2007. Riconosciuta l'aggravante della crudeltà. Il verdetto è previsto per il 17 dicembre
"Alberto Stasi ha ucciso Chiara Poggi e va condannato a 30 anni di carcere". Lo ha chiesto il sostituto procuratore di Milano, Laura Barbaini, nel corso del processo d'appello bis che si sta celebrando con rito abbreviato. Il pg ha chiesto la condanna a trent'anni per Stasi per omicidio volontario, riconoscendo inoltre l'aggravante della crudeltà.
Le mani sporche di sangue - Secondo il pg, Alberto Stasi si lavò le mani sporche di sangue dopo avere ucciso Chiara Poggi. A sostegno di questo ragionamento, che rappresenta uno degli elementi di maggiore novità emersi dalla ricostruzione dell'accusa, il pg ha portato una fotografia agli atti dell'inchiesta. In questa immagine si vedono le impronte di 4 dita insanguinate (escluso il pollice) sulla spalla sinistra della maglia del pigiama rosa indossato dalla ragazza al momento del delitto.
Gli errori degli investigatori - Quattro impronte di cui non si è trovata la “firma” per un errore degli investigatori che girarono il cadavere, facendo così imbrattare tutto il pigiama di sangue ed eliminando i nitidi segni delle dita visibili nella foto. Adesso il pg valorizza queste impronte collegandole a un altro elemento già noto, la presenza di impronte di Stasi miste al sangue di Chiara sul dispenser nel bagno della villetta di via Pascoli dove la ragazza venne assassinata.
I vecchi processi - La stessa richiesta di condanna a 30 anni nei confronti dell'ex studente bocconiano era stata chiesta anche nei processi di primo e secondo grado che si erano conclusi con una assoluzione. La Cassazione poi aveva annullato la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Milano rinviando il procedimento davanti a una nuova sezione, cioè quella davanti al quale è in corso il dibattimento. Il verdetto è previsto per il 17 dicembre.
Le mani sporche di sangue - Secondo il pg, Alberto Stasi si lavò le mani sporche di sangue dopo avere ucciso Chiara Poggi. A sostegno di questo ragionamento, che rappresenta uno degli elementi di maggiore novità emersi dalla ricostruzione dell'accusa, il pg ha portato una fotografia agli atti dell'inchiesta. In questa immagine si vedono le impronte di 4 dita insanguinate (escluso il pollice) sulla spalla sinistra della maglia del pigiama rosa indossato dalla ragazza al momento del delitto.
Gli errori degli investigatori - Quattro impronte di cui non si è trovata la “firma” per un errore degli investigatori che girarono il cadavere, facendo così imbrattare tutto il pigiama di sangue ed eliminando i nitidi segni delle dita visibili nella foto. Adesso il pg valorizza queste impronte collegandole a un altro elemento già noto, la presenza di impronte di Stasi miste al sangue di Chiara sul dispenser nel bagno della villetta di via Pascoli dove la ragazza venne assassinata.
I vecchi processi - La stessa richiesta di condanna a 30 anni nei confronti dell'ex studente bocconiano era stata chiesta anche nei processi di primo e secondo grado che si erano conclusi con una assoluzione. La Cassazione poi aveva annullato la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Milano rinviando il procedimento davanti a una nuova sezione, cioè quella davanti al quale è in corso il dibattimento. Il verdetto è previsto per il 17 dicembre.