41 avvisi di fine indagine nell'ambito dell'inchiesta per peculato. Coinvolti tutti i gruppi del consiglio regionale. I rimborsi non pertinenti ammontano a 940mila euro per 18 consiglieri Pd, 205mila per 11 Pdl, 98mila per 2 M5S
Sono stati contestati oltre 2 milioni di euro nell'inchiesta conclusa dalla Procura di Bologna sulle cosiddette 'spese pazze' dei partiti dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna. Le spese ritenute dagli inquirenti non pertinenti all'attività dei gruppi consiliari, nel periodo compreso tra giugno 2010 e dicembre 2011, ammontano infatti a circa 2 milioni e 87mila euro.
Coinvolti tutti i partiti - Tra i 41 consiglieri a cui sono stati notificati gli avvisi di fine indagini per peculato figurano esponenti di tutti i partiti del 'parlamentino' di Viale Aldo Moro: Pd, Pdl, Ln, Idv, Fds, Sel-Verdi, Udc, M5S e Misto. Oltre al peculato, tra le contestazioni ai 41 consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna destinatari di avvisi di fine indagine c'è anche un caso di truffa.
I rimborsi contestati - La somma più alta contestata ai consiglieri Pd, gruppo più numeroso in Assemblea: 940.000 euro per 18 indagati. A seguire: 11 consiglieri del Pdl, contestati 205mila euro; 3 consiglieri della Lega Nord, contestati 135mila euro; 2 consiglieri dell'Idv, contestati 423mila euro; 2 consiglieri del Movimento 5 Stelle, contestati 98mila euro; 1 consigliere della Federazione della Sinistra, contestati 151mila euro; 2 consiglieri di Sel, contestati 77mila euro; 1 consigliere dell'Udc, contestati 31mila euro; un consigliere del Gruppo misto; contestati 27mila euro.
Non risulta tra gli indagati Vasco Errani - L'inchiesta sulle 'spese pazze' è stata coordinata dal procuratore aggiunto Valter Giovannini e condotta dai sostituti Morena Plazzi ed Antonella Scandellari e coordinata sotto la supervisione del procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso. Non è indagato l'ex presidente della giunta dell'Emilia Romagna, Vasco Errani. Per il candidato alla presidenza della Regione, Stefano Bonaccini, la Procura aveva chiesto l'archiviazione e, sulla sua posizione, si attende la pronuncia del gip. Rimane indagato, invece, il deputato del Pd Matteo Richetti (la cui difesa aveva inoltrato ai pm una istanza di archiviazione) per cui è stato notificato il fine indagini.
Coinvolti tutti i partiti - Tra i 41 consiglieri a cui sono stati notificati gli avvisi di fine indagini per peculato figurano esponenti di tutti i partiti del 'parlamentino' di Viale Aldo Moro: Pd, Pdl, Ln, Idv, Fds, Sel-Verdi, Udc, M5S e Misto. Oltre al peculato, tra le contestazioni ai 41 consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna destinatari di avvisi di fine indagine c'è anche un caso di truffa.
I rimborsi contestati - La somma più alta contestata ai consiglieri Pd, gruppo più numeroso in Assemblea: 940.000 euro per 18 indagati. A seguire: 11 consiglieri del Pdl, contestati 205mila euro; 3 consiglieri della Lega Nord, contestati 135mila euro; 2 consiglieri dell'Idv, contestati 423mila euro; 2 consiglieri del Movimento 5 Stelle, contestati 98mila euro; 1 consigliere della Federazione della Sinistra, contestati 151mila euro; 2 consiglieri di Sel, contestati 77mila euro; 1 consigliere dell'Udc, contestati 31mila euro; un consigliere del Gruppo misto; contestati 27mila euro.
Non risulta tra gli indagati Vasco Errani - L'inchiesta sulle 'spese pazze' è stata coordinata dal procuratore aggiunto Valter Giovannini e condotta dai sostituti Morena Plazzi ed Antonella Scandellari e coordinata sotto la supervisione del procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso. Non è indagato l'ex presidente della giunta dell'Emilia Romagna, Vasco Errani. Per il candidato alla presidenza della Regione, Stefano Bonaccini, la Procura aveva chiesto l'archiviazione e, sulla sua posizione, si attende la pronuncia del gip. Rimane indagato, invece, il deputato del Pd Matteo Richetti (la cui difesa aveva inoltrato ai pm una istanza di archiviazione) per cui è stato notificato il fine indagini.