La procura di Palermo ha preparato i quesiti da sottoporre al Capo dello Stato nell'udienza al Quirinale di martedì 28 ottobre. L'avvocato del boss Riina a Sky TG24: "Il presidente darà un contributo all'accertamento della verità"
E' pronto l'elenco delle domande che la Procura di Palermo sottoporrà al capo dello Stato all'udienza del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia che domani, martedì 28 ottobre alle 10 di mattina, si terrà al Colle. I quattro pubblici ministeri titolari dell'accusa - l'aggiunto Vittorio Teresi e i sostituti Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene - hanno messo per iscritto, durante una lunghissima riunione che si è svolta in mattinata in Procura, tutti i quesiti da porre al presidente della Repubblica. Impossibile prevedere la durata dell'esame che potrebbe dipendere dalle risposte di Giorgio Napolitano e anche dalle eventuali opposizioni presentate dall'avvocatura dello Stato e dallo stesso presidente della Repubblica. A decidere sull'ammissibilità delle domande sarà sempre il presidente della corte d'assise Alfredo Montalto.
L'avvocato di Riina: "Da Napolitano contributo di chiarezza" - All'udienza parteciperà anche Luca Cianferoni, avvocato di Totò Riina, imputato nel processo. Raggiunto da Sky TG24 il legale si è detto convinto che "il presidente della Repubblica darà un contributo di chiarezza non in replica alle mie domande ma a favore del contradittorio e appunto dell'accertamento della verità".
“Il 20 giugno del 1992 – ha proseguito -, prima dell’attentato di Via D’Amelio, i massimi organi di intelligence nazionali erano al corrente della concreta possibilità di attentato a Borsellino: reputo questo fatto gravissimo. Il presidente Napolitano era entrato in carica come presidente della Camera da soli 17 giorni. E poi l’anno dopo, a luglio, c’è una velina del Sismi che vede Napolitano, unitamente al compianto presidente Spadolini, quali possibili diretti obiettivi di attentato. Su questi fatti mi auguro non possano esserci limitazioni al legittimo e trasparente contraddittorio processuale, affinché si possa, con colui che deve dirsi persona offesa da questi fatti, arrivare a un punto fermo, sia pure a distanza di tanti anni”. Per quanto riguarda lo stato d’animo del suo assistito, Cianferoni ha spiegato a Sky TG24: “Non è il primo processo che affronta il signor Riina, quindi c’è massima serenità e attenzione a ciò che potrà uscire dall’udienza, non altro”.
Dalla stampa richiesta di udienza pubblica - Sempre a Sky TG24 è intervenuto anche il quirinalista del Corriere della Sera, Marzio Breda, che ha ribadito la richiesta di un'udienza pubblica, già chiesta in un suo editoriale pubblicato sul quotidiano lunedì. "Tanto il verbale integrale dell'udienza verrà reso noto" ha spiegato il giornalista, che ha spiegato come "forse sarebbe meglio la diretta, in modo che l'opinione pubblica, senza mediazione giornalistica si formava la propria opinione".
L'avvocato di Riina: "Da Napolitano contributo di chiarezza" - All'udienza parteciperà anche Luca Cianferoni, avvocato di Totò Riina, imputato nel processo. Raggiunto da Sky TG24 il legale si è detto convinto che "il presidente della Repubblica darà un contributo di chiarezza non in replica alle mie domande ma a favore del contradittorio e appunto dell'accertamento della verità".
“Il 20 giugno del 1992 – ha proseguito -, prima dell’attentato di Via D’Amelio, i massimi organi di intelligence nazionali erano al corrente della concreta possibilità di attentato a Borsellino: reputo questo fatto gravissimo. Il presidente Napolitano era entrato in carica come presidente della Camera da soli 17 giorni. E poi l’anno dopo, a luglio, c’è una velina del Sismi che vede Napolitano, unitamente al compianto presidente Spadolini, quali possibili diretti obiettivi di attentato. Su questi fatti mi auguro non possano esserci limitazioni al legittimo e trasparente contraddittorio processuale, affinché si possa, con colui che deve dirsi persona offesa da questi fatti, arrivare a un punto fermo, sia pure a distanza di tanti anni”. Per quanto riguarda lo stato d’animo del suo assistito, Cianferoni ha spiegato a Sky TG24: “Non è il primo processo che affronta il signor Riina, quindi c’è massima serenità e attenzione a ciò che potrà uscire dall’udienza, non altro”.
Dalla stampa richiesta di udienza pubblica - Sempre a Sky TG24 è intervenuto anche il quirinalista del Corriere della Sera, Marzio Breda, che ha ribadito la richiesta di un'udienza pubblica, già chiesta in un suo editoriale pubblicato sul quotidiano lunedì. "Tanto il verbale integrale dell'udienza verrà reso noto" ha spiegato il giornalista, che ha spiegato come "forse sarebbe meglio la diretta, in modo che l'opinione pubblica, senza mediazione giornalistica si formava la propria opinione".