Omicidio Claps, Cassazione conferma 30 anni a Restivo

Cronaca
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La ragazza era stata uccisa il 12 settembre del 1993. I giudici hanno escluso l'aggravante della crudeltà per mancanza di prove, ma senza conseguenze sull'entità della pena. L'assassino si trova in carcere in Inghilterra dove sconta un'altra condanna

La Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Danilo Restivo, colpevole dell'omicidio della sedicenne potentina Elisa Claps. Eliminata l'aggravante della crudeltà, per mancanza di prove, ma senza conseguenze sull'entità della pena.
Con questa decisione, i giudici della prima Sezione penale della Cassazione - presidente Umberto Giordano - hanno sostanzialmente confermato la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Appello di Salerno il 24 aprile 2013.

L'assasinio e la connda in primo grado - In primo grado, sempre con rito abbreviato, la sentenza era stata emessa l'11 novembre del 2011. La sentenza di appello era arrivata nell'aprile 2013. Elisa Claps è stata uccisa il 12 settembre del 1993 e a lungo la sua scomparsa è stata un mistero, fino al 2010 quando i suoi resti sono stati scoperti nel sottotetto di una chiesa a Potenza.

La soddisfazione dell'accusa - "Sono soddisfatto per la decisione della Cassazione su Restivo perché riflette le mie richieste: è stato giusto eliminare l'aggravante della crudeltà perché manca la prova che l'imputato abbia infierito sulla salma della povera Elisa. A suo carico rimangono comunque le aggravanti della violenza sessuale e di aver agito per futili motivi e dal punto di vista del trattamento sanzionatorio non cambia nulla".

Restivo in carcere in Inghilterra - Restivo è attualmente detenuto in Inghilterra, dove deve scontare una condanna a 40 anni di carcere per l'omicidio di un'altra donna, Heather Barnett, avvenuto successivamente al delitto Claps, quando l'imputato si era già trasferito nel Regno Unito.
L'ipotesi di estradizione di Restivo appare remota, perché difficilmente la Gran Bretagna sarebbe d'accordo con la consegna dell'uomo alle autorità italiane. Con la sentenza di oggi, la Prima Sezione Penale della Suprema Corte, presieduta da Umberto Giordano, ha anche condannato Restivo a pagare le spese processuali sostenute dalle parti civili: 10mila euro per i familiari di Elisa e tremila euro ciascuno per il Comune di Potenza e per l'associazione Telefono Donna.

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