Yara, il pm: "Dna faro che ha illuminato le indagini"

Cronaca

"Guerinoni è il padre del killer" dice la titolare delle indagini: "Il puzzle è quasi completato" ma "il caso non è chiuso". Il fratellino della 13enne: "Aveva paura di un uomo con la barbetta". Gambirasio: "I Bossetti soffrono più di noi"

Inquirenti e investigatori del caso Yara mostrano ottimismo: ritengono le indagini, "il puzzle", "quasi completati" e non escludono persino il possibile ricorso al "rito immediato" nei confronti di Massimo Giuseppe Bossetti (il ritratto), l'uomo arrestato con l'accusa di essere l'assassino della giovane promessa della ginnastica, uccisa il 26 novembre 2010 (un mistero lungo 4 anni). "La certezza investigativa - dicono - l'abbiamo". Nessun abbassamento della guardia però, "le indagini continuano, ci guardiamo bene dal considerare questo un caso chiuso".




Il dna è stato il faro che ha illuminato le indagini - Dopo i primi tre mesi "da incubo", il ritrovamento del cadavere di Yara Gambirasio - avvenuto nel febbraio 2011 - ha dato una svolta al caso: "Il Dna è stato il faro alla luce del quale proseguire le indagini" ha detto il pm Letizia Ruggeri (VIDEO) nel corso della conferenza stampa a Bergamo per fare il punto dopo la decisione del giudice per le indagini preliminari di non confermare il fermo per Massimo Giuseppe Bossetti, ma di disporre la custodia cautelare.
"Non c'è nessun dubbio che Guerinoni sia padre dell'assassino" ha aggiunto il pm che ha parlato di quella che è stata "un'indagine difficile" fatta con "grandissima pazienza" in cui si è proceduto senza tralasciare nessuna pista e durante la quale sono state analizzate "120mila utenze telefoniche, 120mila contatti". "Abbiamo dato il nome a un marziano: perché sembrava essere stato un marziano a scendere e a prendere la piccola Yara" sono state le parole del questore di Bergamo, Fortunato Finolli. "C'è stato un apporto della scienza come forse mai in precedenza" ha voluto sottolineare Mario Parente, comandante del Ros: "Isolare il Dna è stato difficilissimo".
(LA FOTOSTORIA - LE TAPPE DELLA VICENDA: VIDEO - LE IMMAGINI - I VIDEO).

Procuratore: aride polemiche su costi indagine - "Quando ho avuto notizia dell'individuazione del presunto omicida ho gioito come uomo, ma soprattutto come rappresentante di giustizia", è stato ancora il commento del procuratore capo di Bergamo, Francesco Dettori, che ha inoltre definito "aride e stupide" le polemiche sui milioni di euro spesi durante le indagini. "Per trovare la verità sul caso di una ragazza di 13 anni non si bada a spese" ha aggiunto. Ed è poi tornato sulle polemiche per la diffusione della notizia sul fermo di Bossetti, sostenendo che "era una persona che andava tutelata" prima di un confronto con il gip.

Indagini anche sull' "uomo con la barbetta" -
Uno degli aspetti di cui dovranno occuparsi gli investigatori è anche quello delle dichiarazioni rese dal fratellino della tredicenne uccisa che, nel luglio del 2012, aveva spiegato che la sorella "aveva paura di un signore in macchina che andava piano e la guardava male quando lei andava in palestra e tornava a casa percorrendo la via Morlotti" a Brembate di Sopra, da dove la ragazza scomparve il 26 novembre del 2010.

La mamma di Bossetti: la scienza sbaglia - E proprio delle indagini ha parlato con il Corriere della Sera Ester Arzuffi. La donna rompe il silenzio per dire di non aver mai avuto una relazione extraconiugale con Giuseppe Guerinoni - da cui sarebbe nato l'uomo accusato dell'omicidio della ragazzina. "La scienza ha sbagliato", la mamma di Bossetti ne è certa.

I Gambirasio: i Bossetti soffrono più di noi - Intanto, i genitori di Yara, secondo quanto riferisce il parroco di Brembate di Sopra, "hanno chiesto al Vescovo di dire a me di pregare per quel papà, per quell'uomo, perché ne ha più bisogno lui di noi".

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