L’inchiesta della procura di Trani chiama in causa 62 persone, compresi l'ex capo della Vigilanza di Bankitalia Anna Maria Tarantola e l'ex ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni. Unicredit replica: "Accusa infondata"
C'è mezzo mondo finanziario e bancario, compresi l'ex capo della Vigilanza di Bankitalia, Anna Maria Tarantola (ora presidente della Rai), e l'ex ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni (ex dg dell'Istituto di via Nazionale), nell'inchiesta per usura che la procura di Trani ha appena concluso facendo notificare 62 avvisi di conclusione delle indagini. Negli atti compaiono anche i nomi dei vertici di Bnl, Unicredit, Mps e di Banca popolare di Bari per i quali il pm inquirente, Michele Ruggiero, sembra essere intenzionato a chiedere il rinvio a giudizio. L'accusa è quella di concorso in usura bancaria.
Per il pm “concorso morale” di Bankitalia - Secondo il pm Ruggiero, il reato di usura (bancaria) è stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche con il "concorso morale" degli ex vertici di Bankitalia e di Maresca, dirigente del dipartimento del Tesoro. Questi ultimi - secondo l'accusa - contravvenendo alle disposizioni della legge sull'usura, dal 2005 al 2012 hanno prescritto alle banche di calcolare (attraverso una particolare formula algoritmica) gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito “accordato”, anziché (come richiesto dalla legge) a quello effettivamente “erogato/utilizzato” dal cliente. Precostituendo così le condizioni per un'elaborazione (e successiva segnalazione a Bankitalia) da parte della banche di tassi effettivi globali (cosiddetti Teg) falsati poiché più bassi di quelli effettivamente praticati. Di conseguenza - secondo le indagini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari - gli interessi/remunerazioni applicati dalla banche alla clientela per determinate categorie di finanziamenti (in forma di anticipazioni su c/c) risultavano sempre entro i limiti dei “tassi soglia”, pur essendo in concreto ad essi superiori e, come tali, usurari.
Diverse aziende danneggiate - Le aziende ritenute danneggiate dal comportamento delle banche sono del nord barese: Bnl - secondo i conteggi della pubblica accusa - con l'applicazione dei tassi usurari avrebbe lucrato oltre 53mila euro; il gruppo Unicredit più di 15mila euro; Mps circa 27mila euro; Banca Popolare di Bari solo 296 euro.
Unicredit: "Accusa infondata" - E arrivano anche i primi commenti delle banche coinvolte: "Unicredit ritiene infondato l'impianto accusatorio", dice l'istituto di credito dopo il provvedimento della Procura che vede tra gli indagati per usura anche il suo amministratore delegato Federico Ghizzoni.
La banca sottolinea quindi di riporre "piena fiducia nell'operato dell'organo giudicante e confida che, come è avvenuto in casi analoghi che hanno interessato e interessano l'intero settore bancario, venga riconosciuta l'assoluta correttezza dell'operato" dell'istituto.
Per il pm “concorso morale” di Bankitalia - Secondo il pm Ruggiero, il reato di usura (bancaria) è stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche con il "concorso morale" degli ex vertici di Bankitalia e di Maresca, dirigente del dipartimento del Tesoro. Questi ultimi - secondo l'accusa - contravvenendo alle disposizioni della legge sull'usura, dal 2005 al 2012 hanno prescritto alle banche di calcolare (attraverso una particolare formula algoritmica) gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito “accordato”, anziché (come richiesto dalla legge) a quello effettivamente “erogato/utilizzato” dal cliente. Precostituendo così le condizioni per un'elaborazione (e successiva segnalazione a Bankitalia) da parte della banche di tassi effettivi globali (cosiddetti Teg) falsati poiché più bassi di quelli effettivamente praticati. Di conseguenza - secondo le indagini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari - gli interessi/remunerazioni applicati dalla banche alla clientela per determinate categorie di finanziamenti (in forma di anticipazioni su c/c) risultavano sempre entro i limiti dei “tassi soglia”, pur essendo in concreto ad essi superiori e, come tali, usurari.
Diverse aziende danneggiate - Le aziende ritenute danneggiate dal comportamento delle banche sono del nord barese: Bnl - secondo i conteggi della pubblica accusa - con l'applicazione dei tassi usurari avrebbe lucrato oltre 53mila euro; il gruppo Unicredit più di 15mila euro; Mps circa 27mila euro; Banca Popolare di Bari solo 296 euro.
Unicredit: "Accusa infondata" - E arrivano anche i primi commenti delle banche coinvolte: "Unicredit ritiene infondato l'impianto accusatorio", dice l'istituto di credito dopo il provvedimento della Procura che vede tra gli indagati per usura anche il suo amministratore delegato Federico Ghizzoni.
La banca sottolinea quindi di riporre "piena fiducia nell'operato dell'organo giudicante e confida che, come è avvenuto in casi analoghi che hanno interessato e interessano l'intero settore bancario, venga riconosciuta l'assoluta correttezza dell'operato" dell'istituto.