Camorra, Versilia: 18 arresti, ci sono anche due poliziotti

Cronaca

Estorsione e traffico di droga in Toscana i reati ipotizzati dalla Dda che ha emesso le misure di custodia cautelare. Accusati di rivelazione del segreto d'ufficio due agenti in servizio alla Camera e a Palazzo Chigi. VIDEO

Estorsione e traffico di droga. Con queste accuse le Squadre mobili di Caserta e  Firenze hanno eseguito diciotto ordinanze di custodia cautelare, di cui tredici in carcere e  cinque ai domiciliari, nei confronti di altrettante persone tra cui alcuni affiliati al clan camorristico dei Casalesi e in particolare  alle famiglie Schiavone-Iovine-Russo.

Estorsione e traffico di droga - Il raggio d'azione dell’associazione criminale sarebbe arrivato fino in Toscana dove imprenditori residenti in Versilia venivanp vessati con richieste di pizzo che arrivavano fino a 40mila euro. Oltre alle estorsioni, il clan dei Casalesi gestiva un traffico di sostanze stupefacenti servendosi di galoppini casertani che, partendo da Caserta, trasportavano ogni settimana grandi quantità di droga nelle diverse province della Toscana.

In manette anche 2 agenti in servizio a Camera e Palazzo Chigi - Ad agevolare l’attività criminale vi sarebbero anche due appartenenti alla Polizia, in servizio alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Camera dei deputati, anche loro tra i destinatari dei provvedimenti emessi dal gip di Napoli, su richiesta della Dda.
I due avrebbero rivelato in tempi diversi informazioni riservate e coperte da segreto istruttorio. In particolare il pubblico ufficiale in servizio all'Ispettorato generale di Polizia alla Camera, avrebbe effettuato controlli nel Ced (Centro elaborazione dati) per verificare i precedenti penali di una persona e acquisire informazioni su eventuali procedimenti penali e indagini.
Il pubblico ufficiale in servizio all'ufficio tecnico logistico gestionale del settore sanitario della Presidenza del Consiglio dei  ministri sarebbe invece risultato in stretto contatto con affiliati di spicco del clan dei Casalesi, attivi sia a Caserta che in Toscana, e avrebbe comunicato loro informazioni riservate coperte da segreto istruttorio ricevute dagli investigatori in merito all'attività di intercettazione  telefonica e ambientale in corso su numerosi affiliati all'organizzazione.

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