L'ex parlamentare di Fi da Dubai: "Non c'è stato occultamento patrimonio. Tornare? Voglio aspettare il ricorso alla Corte da libero". Intanto emergono nuovi particolari dopo l'arresto dell'ex ministro: per gli inquirenti avrebbe favorito la 'ndrangheta
"Mi dispiace per Scajola, è una brava persona con cui sono in ottimi rapporti". Amedeo Matacena parla a Sky TG24 da Dubai, dov'è latitante dopo la condanna per i presunti legami con la cosca della 'ndrangheta dei Rosmini. E difende l'ex ministro Scajola arrestato nei giorni scorsi proprio perché accusato di aver favorito la sua latitanza: "Dicono che ha occultato il mio patrimonio? Onestamente mi sento particolarmente sorpreso perché dell’occultamento del mio patrimonio non ne vedo nessuna motivazione".
"Gli arresti? E' problema politico" - L'ex parlamentare di Fi, commentando i casi di Berlusconi, Scajola, Dell'Utri, ha detto che si tratta "sempre di un problema di politica. A Nord hanno usato gli attacchi contro Berlusconi - ha spiegato - a Sud il concorso esterno per colpire Forza Italia che va fortissimo. Se si è riusciti a condannare me, che sono stato sotto scorta per 20 anni, a questo punto è necessaria una profonda e seria riflessione sul 416 bis, che allora è un articolo inventato dalla giurisprudenza".
"Attendo il ricorso da uomo libero" - Adesso, Matacena si trova a Dubai: "Lo sanno tutti che sono qui. Sono senza passaporto e non mi posso muovere. Faccio il maitre". "E da quando sono andato via che penso sempre se tornare o meno - aggiunge - questo è stato il motivo del litigio, della separazione e del divorzio da mia moglie. Lei voleva che non andassi via. Io ero convinto che fosse utile aspettare da libero quanto meno le decisioni della Cassazione sul ricorso straordinario che ho fatto e della Corte europea dei diritti dell'uomo".
L'inchiesta - Nel frattempo spuntano nuove rivelazioni sull’inchiesta che ha portato all’arresto di Scajola. Secondo le ipotesi della Dda di Reggio Calabria, Scajola sarebbe stato scelto da Amedeo Matacena come "l'interlocutore politico destinato ad operare su sua indicazione" nei confronti della 'ndrangheta. Ipotesi però non condivisa dal gip, che ha infatti rigettato l'aggravante per l'ex ministro dell'aver favorito la criminalità organizzata.
E intanto a difesa di Scajola si schiera la moglie dell'ex ministro: "Claudio Scajola è un galantuomo, con una grande testa e un grande cuore".
"Gli arresti? E' problema politico" - L'ex parlamentare di Fi, commentando i casi di Berlusconi, Scajola, Dell'Utri, ha detto che si tratta "sempre di un problema di politica. A Nord hanno usato gli attacchi contro Berlusconi - ha spiegato - a Sud il concorso esterno per colpire Forza Italia che va fortissimo. Se si è riusciti a condannare me, che sono stato sotto scorta per 20 anni, a questo punto è necessaria una profonda e seria riflessione sul 416 bis, che allora è un articolo inventato dalla giurisprudenza".
"Attendo il ricorso da uomo libero" - Adesso, Matacena si trova a Dubai: "Lo sanno tutti che sono qui. Sono senza passaporto e non mi posso muovere. Faccio il maitre". "E da quando sono andato via che penso sempre se tornare o meno - aggiunge - questo è stato il motivo del litigio, della separazione e del divorzio da mia moglie. Lei voleva che non andassi via. Io ero convinto che fosse utile aspettare da libero quanto meno le decisioni della Cassazione sul ricorso straordinario che ho fatto e della Corte europea dei diritti dell'uomo".
L'inchiesta - Nel frattempo spuntano nuove rivelazioni sull’inchiesta che ha portato all’arresto di Scajola. Secondo le ipotesi della Dda di Reggio Calabria, Scajola sarebbe stato scelto da Amedeo Matacena come "l'interlocutore politico destinato ad operare su sua indicazione" nei confronti della 'ndrangheta. Ipotesi però non condivisa dal gip, che ha infatti rigettato l'aggravante per l'ex ministro dell'aver favorito la criminalità organizzata.
E intanto a difesa di Scajola si schiera la moglie dell'ex ministro: "Claudio Scajola è un galantuomo, con una grande testa e un grande cuore".