Il patron della discarica romana era a processo con l'accusa di falso in atto pubblico. Otto mesi per il suo stretto collaboratore Francesco Rando. Il governo studia come requisire gli impianti interdetti
Il "re" dei rifiuti, patron della discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni, è stato condannato ad un anno di reclusione per le irregolarità legate al gassificatore di Malagrotta. Otto mesi per il suo stretto collaboratore Francesco Rando. L'accusa per i due imputati, entrambi coinvolti anche nell'inchiesta più ambia sulla gestione dei rifiuti nella Capitale, è quella di falso in atto pubblico.
Il giudice ha assolto i due imputati per un capo di imputazione relativo alla capienza del gassificatore. Sia Cerroni che Rando sono stati, invece, citati a giudizio assieme ad altri per l’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti della Capitale e nella Regione e compariranno davanti al Tribunale il 5 giugno prossimo.
Rifiuti, il Governo in aiuto di Marino: una legge per requisire impianti - Gian Luca Galletti, ministro dell'ambiente, sta meditando di requisire gli impianti di Colari, nella discarica di Malagrotta, sottoposti a procedura interdittiva cautelare dopo le inchieste sui rifiuti. L’ipotesi al vaglio del governo è quella di una modifica all'articolo 191 del decreto legislativo 152 del 2006, il cosiddetto codice dell’Ambiente, che permetta al sindaco di Roma, Ignazio Marino, di confiscare le strutture. In virtù di questo articolo già adesso i governatori, i presidenti della Province e i sindaci possono "in situazioni di eccezionale e urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell'ambiente emettere ordinanze contingibili e urgenti per consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti". Questi provvedimenti, però, hanno efficacia per un periodo non superiore a sei mesi e non possono essere reiterati per più di due volte. Con la modifica a questi poteri verrà aggiunto quello di requisizione.
La discarica di Malagrotta – La discarica, aperta nel 1974, è stata chiusa ufficialmente l’1 ottobre 2013 dal sindaco di Roma e dal governatore della regione Lazio Nicola Zingaretti. Una prima chiusura era già stata ipotizzata nel 2004 e poi nel 2007. Il 31 maggio 2013 l’Italia è stata ammonita dalla Commissione europea per lo stato delle discariche laziali, con particolare riferimento a quella di Malagrotta, ritenuta non a norma perché contenente rifiuti non trattati adeguatamente prima di essere depositati nel centro di raccolta.
Il giudice ha assolto i due imputati per un capo di imputazione relativo alla capienza del gassificatore. Sia Cerroni che Rando sono stati, invece, citati a giudizio assieme ad altri per l’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti della Capitale e nella Regione e compariranno davanti al Tribunale il 5 giugno prossimo.
Rifiuti, il Governo in aiuto di Marino: una legge per requisire impianti - Gian Luca Galletti, ministro dell'ambiente, sta meditando di requisire gli impianti di Colari, nella discarica di Malagrotta, sottoposti a procedura interdittiva cautelare dopo le inchieste sui rifiuti. L’ipotesi al vaglio del governo è quella di una modifica all'articolo 191 del decreto legislativo 152 del 2006, il cosiddetto codice dell’Ambiente, che permetta al sindaco di Roma, Ignazio Marino, di confiscare le strutture. In virtù di questo articolo già adesso i governatori, i presidenti della Province e i sindaci possono "in situazioni di eccezionale e urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell'ambiente emettere ordinanze contingibili e urgenti per consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti". Questi provvedimenti, però, hanno efficacia per un periodo non superiore a sei mesi e non possono essere reiterati per più di due volte. Con la modifica a questi poteri verrà aggiunto quello di requisizione.
La discarica di Malagrotta – La discarica, aperta nel 1974, è stata chiusa ufficialmente l’1 ottobre 2013 dal sindaco di Roma e dal governatore della regione Lazio Nicola Zingaretti. Una prima chiusura era già stata ipotizzata nel 2004 e poi nel 2007. Il 31 maggio 2013 l’Italia è stata ammonita dalla Commissione europea per lo stato delle discariche laziali, con particolare riferimento a quella di Malagrotta, ritenuta non a norma perché contenente rifiuti non trattati adeguatamente prima di essere depositati nel centro di raccolta.