Si riapre il caso dell'operaio deceduto nel 2008 all'ospedale di Varese dopo una notte in caserma. Il giudice ha respinto la richiesta di archiviazione e chiesto di celebrare il processo per omicidio preterintenzionale
Il gip di Varese Giuseppe Battarino ha ordinato l'imputazione coatta per omicidio preterintenzionale e arresto illegale degli otto carabinieri e agenti di polizia indagati in relazione al caso di Giuseppe Uva, morto il 14 giugno 2008 all'ospedale di Varese dopo avere trascorso parte della notte nella caserma dei Carabinieri. L'operaio 43nne, scrive il gip nell'ordinanza, "è stato percosso da uno o più dei presenti in quella stanza, da ritenersi tutti concorrenti materiali e morali". Nel corso dell'udienza, il giudice per le indagini preliminari ha dunque respinto la richiesta di archiviazione presentata del pm di Varese Agostino Abate.
La famiglia: ha subito violenze in caserma - Secondo la sorella di Uva, Lucia, che si è costituita parte civile, l'uomo - che era stato fermato ubriaco per strada insieme a un amico - avrebbe subito violenze in caserma prima di essere ricoverato in ospedale con trattamento sanitario obbligatorio. Lucia Uva, donna, assistita dagli avvocati Fabio Anselmo e Fabio Ambrosetti, ha esultato dopo la lettura in aula dell'ordinanza che di fatto accoglie la tesi del pestaggio. "Finalmente la verità sta venendo a galla - ha spiegato commossa - ora chiediamo che il caso venga affidato a un nuovo pm". Soddisfatto anche il senatore del Pd Luigi Manconi, presidente della commissione per la Tutela dei diritti umani: "Anni di menzogne vengono finalmente ribaltati".
L'ordinanza: Giuseppe Uva è stato percosso - Giuseppe Uva, si legge nell'ordinanza del gip, "è stato percosso da uno o più dei presenti in quella stanza, da ritenersi tutti concorrenti materiali e morali". La morte sarebbe quindi "causamente connessa in particolare con la prolungata costrizione fisica associata a singoli atti aggressivi e contenitivi". In seguito alla decisione del gip la Procura dovrà formulare entro 10 giorni la richiesta di rinvio a giudizio per poliziotti e carabinieri, tutti ancora in servizio. Erano indagati con l'accusa di lesioni colpose e, lo scorso ottobre, il gip aveva già respinto la richiesta di archiviazione disponendo nuovi accertamenti.
L'iter giudiziario aveva già portato all'assoluzione, lo scorso anno, di tre medici dell'ospedale di Varese accusati di omicidio colposo per aver somministrato al paziente una dose sbagliata di farmaci. "Siamo sorpresi - ha spiegato Luca Marsico, legale dei poliziotti e dei carabinieri - mi lascia perplesso la pesantezza delle accuse ipotizzate nei confronti dei miei assistiti, mai contestate in altri casi simili".
La famiglia: ha subito violenze in caserma - Secondo la sorella di Uva, Lucia, che si è costituita parte civile, l'uomo - che era stato fermato ubriaco per strada insieme a un amico - avrebbe subito violenze in caserma prima di essere ricoverato in ospedale con trattamento sanitario obbligatorio. Lucia Uva, donna, assistita dagli avvocati Fabio Anselmo e Fabio Ambrosetti, ha esultato dopo la lettura in aula dell'ordinanza che di fatto accoglie la tesi del pestaggio. "Finalmente la verità sta venendo a galla - ha spiegato commossa - ora chiediamo che il caso venga affidato a un nuovo pm". Soddisfatto anche il senatore del Pd Luigi Manconi, presidente della commissione per la Tutela dei diritti umani: "Anni di menzogne vengono finalmente ribaltati".
L'ordinanza: Giuseppe Uva è stato percosso - Giuseppe Uva, si legge nell'ordinanza del gip, "è stato percosso da uno o più dei presenti in quella stanza, da ritenersi tutti concorrenti materiali e morali". La morte sarebbe quindi "causamente connessa in particolare con la prolungata costrizione fisica associata a singoli atti aggressivi e contenitivi". In seguito alla decisione del gip la Procura dovrà formulare entro 10 giorni la richiesta di rinvio a giudizio per poliziotti e carabinieri, tutti ancora in servizio. Erano indagati con l'accusa di lesioni colpose e, lo scorso ottobre, il gip aveva già respinto la richiesta di archiviazione disponendo nuovi accertamenti.
L'iter giudiziario aveva già portato all'assoluzione, lo scorso anno, di tre medici dell'ospedale di Varese accusati di omicidio colposo per aver somministrato al paziente una dose sbagliata di farmaci. "Siamo sorpresi - ha spiegato Luca Marsico, legale dei poliziotti e dei carabinieri - mi lascia perplesso la pesantezza delle accuse ipotizzate nei confronti dei miei assistiti, mai contestate in altri casi simili".