La Cassazione ha confermato la sentenza d'appello nei confronti dell'ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, uccisa con 29 coltellate il 7 agosto 1990. Dopo quasi 24 anni il caso resta irrisolto
Raniero Busco è stato assolto in via definitiva dall'accusa di aver ucciso l'ex fidanzata Simonetta Cesaroni, assassinata a via Poma il 7 agosto del 1990. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione. Il ricorso della Procura Generale contro l'assoluzione è stato dunque respinto.
In particolare, la I sezione penale della Cassazione, presieduta da Umberto Giordano ha confermato la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Roma del 27 aprile 2012 che aveva assolto l'ex fidanzato della Cesaroni "per non aver commesso il fatto".
Dopo 24 anni si chiude dunque definitivamente il sipario sulla vicenda per la quale Busco era stato l'unico indagato.
L'omicidio e il processo - Simonetta Cesaroni fu uccisa negli uffici dell'Associazione Alberghi della gioventù a Roma in via Poma il 7 agosto del '90: l'assassino infierì sul corpo della giovane segretaria con 29 coltellate. Il corpo fu ritrovato dalla sorella Paola e dal datore di lavoro di Simonetta.
Busco era stato condannato in primo grado a 24 anni di reclusione (26 gennaio 2001). I giudici di primo grado avevano ritenuto che il morso ritrovato sul seno sinistro della vittima fosse la firma dell'assassino. Tesi smentita in secondo grado. In appello Busco era stato così assolto. Quest'ultima sentenza era stata impugnata dalla Procura Generale di Roma ed anche il pg della Cassazione, al termine della requisitoria, aveva chiesto l'annullamento della sentenza di secondo grado e un nuovo processo. I supremi giudici sono stati di diverso avviso ed hanno confermato l'assoluzione di Busco che diventa così irrevocabile.
Busco: "E' la fine di un incubo" - "E' la fine di un incubo". Così Raniero Busco avrebbe commentato l'esito della sentenza secondo quanto riferito al citofono da alcuni suoi amici, riuniti con Busco all'interno della sua villa a Roma. Dalla villetta di Busco a Roma sono state sentite urla di gioia dopo la notizia del verdetto. Busco è rimasto tutta la giornata in casa assieme alla moglie. "Mio marito ed io siamo felicissimi. Adesso questa vicenda è finalmente sepolta" ha commentato la moglie di Busco, Roberta Milletarì.
L'avvocato Coppi: "Sentenza giusta, ora prendano l'assassino" - "Sono estremamente soddisfatto di questa decisione della Cassazione, e, del resto, non poteva che essere così, perché l'assoluzione era perfettamente motivata". Così Franco Coppi, difensore di Raniero Busco, dopo l'assoluzione definitiva. "Rimane il dispiacere per il barbaro omicidio di una giovane ragazza - aggiunge Coppi- e spero che presto prendano il colpevole. Come cittadino, dopo il verdetto, esprimo fiducia nella giustizia".
Il legale della famiglia Cesaroni: "Delusione" - "Siamo ovviamente delusi da questo verdetto di assoluzione perché c'erano forti incongruenze. Adesso quello di Via Poma resta un delitto senza colpevoli. Rimaniamo convinti che c'erano elementi importanti contro Busco". Questo il commento dell'avvocato Federica Mondani, legale di parte civile dei familiari di Simonetta Cesaroni (VIDEO).
In particolare, la I sezione penale della Cassazione, presieduta da Umberto Giordano ha confermato la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Roma del 27 aprile 2012 che aveva assolto l'ex fidanzato della Cesaroni "per non aver commesso il fatto".
Dopo 24 anni si chiude dunque definitivamente il sipario sulla vicenda per la quale Busco era stato l'unico indagato.
L'omicidio e il processo - Simonetta Cesaroni fu uccisa negli uffici dell'Associazione Alberghi della gioventù a Roma in via Poma il 7 agosto del '90: l'assassino infierì sul corpo della giovane segretaria con 29 coltellate. Il corpo fu ritrovato dalla sorella Paola e dal datore di lavoro di Simonetta.
Busco era stato condannato in primo grado a 24 anni di reclusione (26 gennaio 2001). I giudici di primo grado avevano ritenuto che il morso ritrovato sul seno sinistro della vittima fosse la firma dell'assassino. Tesi smentita in secondo grado. In appello Busco era stato così assolto. Quest'ultima sentenza era stata impugnata dalla Procura Generale di Roma ed anche il pg della Cassazione, al termine della requisitoria, aveva chiesto l'annullamento della sentenza di secondo grado e un nuovo processo. I supremi giudici sono stati di diverso avviso ed hanno confermato l'assoluzione di Busco che diventa così irrevocabile.
Busco: "E' la fine di un incubo" - "E' la fine di un incubo". Così Raniero Busco avrebbe commentato l'esito della sentenza secondo quanto riferito al citofono da alcuni suoi amici, riuniti con Busco all'interno della sua villa a Roma. Dalla villetta di Busco a Roma sono state sentite urla di gioia dopo la notizia del verdetto. Busco è rimasto tutta la giornata in casa assieme alla moglie. "Mio marito ed io siamo felicissimi. Adesso questa vicenda è finalmente sepolta" ha commentato la moglie di Busco, Roberta Milletarì.
L'avvocato Coppi: "Sentenza giusta, ora prendano l'assassino" - "Sono estremamente soddisfatto di questa decisione della Cassazione, e, del resto, non poteva che essere così, perché l'assoluzione era perfettamente motivata". Così Franco Coppi, difensore di Raniero Busco, dopo l'assoluzione definitiva. "Rimane il dispiacere per il barbaro omicidio di una giovane ragazza - aggiunge Coppi- e spero che presto prendano il colpevole. Come cittadino, dopo il verdetto, esprimo fiducia nella giustizia".
Il legale della famiglia Cesaroni: "Delusione" - "Siamo ovviamente delusi da questo verdetto di assoluzione perché c'erano forti incongruenze. Adesso quello di Via Poma resta un delitto senza colpevoli. Rimaniamo convinti che c'erano elementi importanti contro Busco". Questo il commento dell'avvocato Federica Mondani, legale di parte civile dei familiari di Simonetta Cesaroni (VIDEO).