A Gioia Tauro la nave con le armi chimiche siriane

Cronaca
Una nave cargo nel porto di Gioia Tauro in una foto d'archivio

Il porto calabrese ospiterà l’imbarcazione che farà scalo in Italia per trasferire il carico su un cargo americano. Lo ha confermato Palazzo Chigi. Insorgono Comune e Provincia: “Scelta scellerata. Valutiamo chiusura”. Lupi: "Nessuno stoccaggio a terra"

Le armi chimiche provenienti dalla Siria che si trovano a bordo della nave danese Ark Futura faranno scalo nel porto calabrese di Gioia Tauro. Lo ha confermato una nota di Palazzo Chigi. "L'Italia metterà a disposizione il porto di Gioia Tauro", si legge nella nota in cui si spiega che l'operazione di trasbordo "verrà completata in breve tempo, sarà svolta secondo i più alti standard di sicurezza e di tutela dell'ambiente, presso strutture specificamente attrezzate".
Le armi chimiche si trovano attualmente depositate in circa 1.500 container sulla nave danese che dunque dovrebbe fare scalo a Gioia Tauro. Poi saranno trasbordate sulla nave statunitense Cape Ray, che provvederà alla distruzione.
Lo scorso novembre l'Italia ha consentito il transito in uno dei suoi porti degli agenti chimici da cui si possono ricavare sarin, gas Vx e altre armi letali. Secondo quanto assicurato dal ministro Bonino nelle scorse settimane, il trasbordo di agenti chimici avverrà "da nave a nave", senza toccare il suolo italiano.

I dettagli del piano saranno illustrati in Parlamento - Secondo il direttore dell'Opac (l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche), Ahmet Uzumcu, la rimozione e la distruzione della maggior parte delle sostanze chimiche pericolose contenute nell'arsenale siriano non sarà concluso prima della fine di giugno. Il diplomatico turco, che a Roma avrà un'audizione in Parlamento per illustrare i dettagli del piano di trasbordo dalle navi norvegese/danese a quella Usa - ha spiegato che la quantità di sostanze chimiche che finora ha raggiunto il porto siriano da cui salperanno "non è così alta".

Lupi: "Non ci sarà nessuno stoccaggio a terra" - Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha precisato che il trasbordo dei container avverrà "senza stoccaggio a terra", sottolineando che il porto calabrese è stato scelto proprio per i suoi "altissimi standard di sicurezza". Il porto calabrese, ha detto Lupi nel corso di un'audizione parlamentare, "ogni anno compie 3.000 operazioni di transloading di sostanza chimiche appertenenti a questa categoria. In due anni a Gioia Tauro sono state trasbordate oltre 60.000 tonnellate di materiale dello stesso tipo. Questa nave ne trasporterà 560".

Il sindaco di Gioia Tauro: "Valutiamo se chiudere il porto" - Intanto insorge il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore: "E' la scelta più scellerata che potessero fare contro una popolazione che già sta subendo tanto e che non meritava quest'ultimo smacco". Bellofiore critica la "decisione imposta dall'alto" e fa notare "non conosciamo i rischi, eppure il sindaco è responsabile per l'igiene e la salute pubblica. Non sappiamo in caso di emergenza cosa bisognerebbe fare per quel tipo di attività prevista, quali precauzioni prendere. Dovremmo essere preparati perché malauguratamente dovesse accadere qualcosa non sapremmo come intervenire. Non abbiamo ospedali idonei in questa zona che possano fare fronte ad eventuali problematiche". Il sindaco fa sapere anche che, insieme al sindaco di San Ferdinando Domenico Madaffari, il comune in cui ricade il 75% del porto, sta valutando la chiusura del porto. Ma Il ministro Lupi replica: "Il porto di Gioia Tauro non chiude altrimenti occorre farlo per le operazioni analoghe che vi si svolgono tutto l'anno. Anche in questo preciso momento si sta lavorando a materiali chimici nello scalo calabrese".


E la Sardegna tira un sospiro di sollievo - "Abbiamo sventato quello che sarebbe stato un vero e proprio delitto contro la nostra isola". Così invece il presidente della Regione, Ugo Cappellacci. “La Sardegna non vuole e non può essere destinataria di tutti i carichi indesiderati dello Stato centrale”.

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