Si è spento a 54 anni il padre del bimbo rapito la sera del 2 marzo 2006 a Casalbaroncolo e ucciso poche ore dopo dai sequestratori. Era stato colpito da un attacco cardiaco nel 2008 e da allora non aveva più ripreso conoscenza
E' morto Paolo Onofri, papà del piccolo Tommy, il bambino rapito ed ucciso a Casalbaroncolo, in provincia di Parma, il 2 marzo 2006. Aveva 54 anni. Le conseguenze dell'infarto che lo avevano colpito l'11 agosto 2008 mentre era in vacanza a Folgaria, in Trentino, e che fin dall'inizio avevano dato poche speranze, lo hanno portato via la notte tra il 14 e 15 gennaio - ad un mese e mezzo dall'8/o anniversario dell'uccisione del bimbo.
"Tommaso mi manca sempre di più, non so come faccio ad andare avanti", si confidava così Paolo Onofri con i giornalisti due giorni dopo la scoperta del corpicino del figlioletto Tommy, 17 mesi, sul greto del torrente Enza.
Otto anni di dolore, dal 2008 in coma dopo un infarto - Sin dal giorno della sentenza (per la morte di Tommy è stato condannato all'ergastolo Mario Alessi, il manovale pregiudicato accusato dell'omicidio e del rapimento del piccolo, e a 24 anni la sua convivente e complice Antonella Conserva) emerse il difficile quadro clinico di Paolo Onofri seguito alla tragedia: sedute di 'psicoterapia di sostegno', farmaci antidepressivi e ansiolitici, e poi le cure contro il diabete, secondo i medici aggravato dallo stress nervoso. "Il perdono? Prematuro e quasi impossibile", disse poco dopo il funerale in un Duomo gremito, rispedendo al mittente la richiesta di perdono dell'ex pugile Salvatore Raimondi (condannato a 20 anni con rito abbreviato per concorso nel rapimento), che con Alessi il 2 marzo 2006 realizzò il sequestro, sfociato dopo appena poche ore nell'omicidio, scoperto solo l'1 aprile dopo un mese di attese e speranze.
Fu Mario Alessi a guidare la polizia in un viottolo frequentato dalle prostitute: sotto erba e altri detriti c'era il corpo di Tommy, indossava la tutina della sera del sequestro.
Tragedia del piccolo Tommy sconvolse l'Italia - Onofri allora dirigeva un ufficio postale a Parma, e alle Poste, a San Prospero, lavorava anche la moglie Paola. Fu avanzata, ma fin da subito sembrò strana, anche l'ipotesi di un sequestro a scopo di estorsione per costringere il padre ad aprire il bunker dell'ufficio postale.
Quella sera del 2 marzo 2006 due persone - volti coperti, armate con coltello e pistola - fecero irruzione nel casale della famiglia a Casalbaroncolo, nelle campagne di Parma, che Alessi conosceva bene per aver fatto lì dei lavori edili. Provocarono un blackout, Onofri uscì in cortile dove c'era il contatore elettrico: qui i malviventi lo bloccarono, poi legarono con lo scotch lui, la moglie e l'altro figlio Sebastiano, otto anni all'epoca, presero 150 euro, strapparono Tommy dal seggiolone e se ne andarono in scooter. "La rapina è stata una farsa", disse convinto Onofri appena 24 ore dopo l'assalto.
Fu anche indagato per pedopornografia, perché nel suo pc furono trovati file con minori coinvolti in atti sessuali: Onofri spiegò che quei filmati erano frutto di una ricerca antipedofilia e che era sua intenzione denunciare il fatto alle autorità. Il 25 ottobre 2006 patteggiò sei mesi di reclusione davanti al gip di Parma.
Tommy da allora riposa nel piccolo cimitero di Tizzano, 40 km da Parma. Nel suo ricordo i genitori crearono l'associazione 'Tommy nel cuore', che sostiene attività benefiche ma anche di assistenza psicologica e sociosanitaria ai bambini. Sul web c'è la foto sorridente di Tommy, tutto riccioli biondi. Nel forum tanti messaggi continuano a parlargli con affetto. Dal giorno dell'infarto hanno parlato commossi anche al papà.
"Tommaso mi manca sempre di più, non so come faccio ad andare avanti", si confidava così Paolo Onofri con i giornalisti due giorni dopo la scoperta del corpicino del figlioletto Tommy, 17 mesi, sul greto del torrente Enza.
Otto anni di dolore, dal 2008 in coma dopo un infarto - Sin dal giorno della sentenza (per la morte di Tommy è stato condannato all'ergastolo Mario Alessi, il manovale pregiudicato accusato dell'omicidio e del rapimento del piccolo, e a 24 anni la sua convivente e complice Antonella Conserva) emerse il difficile quadro clinico di Paolo Onofri seguito alla tragedia: sedute di 'psicoterapia di sostegno', farmaci antidepressivi e ansiolitici, e poi le cure contro il diabete, secondo i medici aggravato dallo stress nervoso. "Il perdono? Prematuro e quasi impossibile", disse poco dopo il funerale in un Duomo gremito, rispedendo al mittente la richiesta di perdono dell'ex pugile Salvatore Raimondi (condannato a 20 anni con rito abbreviato per concorso nel rapimento), che con Alessi il 2 marzo 2006 realizzò il sequestro, sfociato dopo appena poche ore nell'omicidio, scoperto solo l'1 aprile dopo un mese di attese e speranze.
Fu Mario Alessi a guidare la polizia in un viottolo frequentato dalle prostitute: sotto erba e altri detriti c'era il corpo di Tommy, indossava la tutina della sera del sequestro.
Tragedia del piccolo Tommy sconvolse l'Italia - Onofri allora dirigeva un ufficio postale a Parma, e alle Poste, a San Prospero, lavorava anche la moglie Paola. Fu avanzata, ma fin da subito sembrò strana, anche l'ipotesi di un sequestro a scopo di estorsione per costringere il padre ad aprire il bunker dell'ufficio postale.
Quella sera del 2 marzo 2006 due persone - volti coperti, armate con coltello e pistola - fecero irruzione nel casale della famiglia a Casalbaroncolo, nelle campagne di Parma, che Alessi conosceva bene per aver fatto lì dei lavori edili. Provocarono un blackout, Onofri uscì in cortile dove c'era il contatore elettrico: qui i malviventi lo bloccarono, poi legarono con lo scotch lui, la moglie e l'altro figlio Sebastiano, otto anni all'epoca, presero 150 euro, strapparono Tommy dal seggiolone e se ne andarono in scooter. "La rapina è stata una farsa", disse convinto Onofri appena 24 ore dopo l'assalto.
Fu anche indagato per pedopornografia, perché nel suo pc furono trovati file con minori coinvolti in atti sessuali: Onofri spiegò che quei filmati erano frutto di una ricerca antipedofilia e che era sua intenzione denunciare il fatto alle autorità. Il 25 ottobre 2006 patteggiò sei mesi di reclusione davanti al gip di Parma.
Tommy da allora riposa nel piccolo cimitero di Tizzano, 40 km da Parma. Nel suo ricordo i genitori crearono l'associazione 'Tommy nel cuore', che sostiene attività benefiche ma anche di assistenza psicologica e sociosanitaria ai bambini. Sul web c'è la foto sorridente di Tommy, tutto riccioli biondi. Nel forum tanti messaggi continuano a parlargli con affetto. Dal giorno dell'infarto hanno parlato commossi anche al papà.