Palermo, massacrato perché non voleva pagare il pizzo. VIDEO

Cronaca

Ha aperto un negozio senza chiedere l'autorizzazione a Cosa nostra. E' stato aggredito in pieno giorno con martellate, calci e pugni. Il raid è stato documentato dalle telecamere di sorveglianza istallate nell'esercizio. Otto persone finite in carcere

Ha cercato in tutti i modi di opporsi al pizzo, ha rifiutato tutte le mediazioni, ha tentato perfino un bluff: "ho denunciato tutto alla polizia", ha detto ai suoi estorsori. Poi il 2 novembre, dopo un battibecco con un uomo che gli aveva dato dello sbirro, è scattata la spedizione punitiva per un commerciante palermitano che si era ribellato al racket. Un raid documentato dalle telecamere di sorveglianza installate nell'esercizio.

Aggredito perché non voleva pagare il pizzo - Il negoziante è stato colpito 13 volte con un mazzuolo, un grosso martello utilizzato dai muratori, ed è finito a terra con numerose ferite al volto e in testa. Nel raid punitivo contro il commerciante che si è ribellato al racket è rimasto coinvolto anche il genero, rimasto due giorni in coma.

Arrestato anche il capo della famiglia Noce - L'operazione della squadra mobile ha portato all'arresto di otto persone. Tra loro anche un "emergente" che gli investigatori indicano come il nuovo capomafia della famiglia Noce, Giuseppe Castelluccio, di 37 anni. L'accusa per tutti è di associazione mafiosa. Le due persone che hanno materialmente aggredito il commerciante l'accusa è di tentato omicidio ed estorsione.

L'aggressione filmata dal sistema di videosorveglianza - L'aggressione è stata ricostruita grazie alle immagini riprese dal sistema di videosorveglianza che lo stesso commerciante aveva fatto installare nel suo negozio che aveva aperto senza chiedere l'autorizzazione a cosa nostra e senza pagare il pizzo.

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