Camorra, 19 arresti: c’è anche la moglie di Vallanzasca

Cronaca
Foto di archivio

Smantellata un’associazione dedita all’usura e all’estorsione nel basso Lazio e nel casertano. Antonella D’Agostino, secondo quanto riferisce a Sky TG24 il Questore di Frosinone, avrebbe avuto un ruolo di “fiancheggiatrice” dell’organizzazione

Sono diciannove le persone finite agli arresti nell’operazione anticamorra nel basso Lazio e nel casertano coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia. Tra queste c’è anche la moglie di Renato Vallanzasca Antonella D’Agostino. Le persone raggiunte dai provvedimenti di custodia cautelare sono ritenute responsabili di associazione a delinquere di stampo mafioso (416 bis del codice penale), di usura ed estorsione nelle province di Caserta, Latina, Milano, Napoli e Terni. Sequestrati anche bar, ristoranti, beni immobili e mobili e cinque società per un valore di milioni di euro.

Arrestata anche la moglie di Vallanzasca - Secondo le indagini Antonella D’Agostino avrebbe avuto un ruolo di intermediatrice nell’acquisto di un hotel a Mondragone e in alcune vicende usuraie. La donna sarebbe apparsa strettamente legata ai vertici del clan mondragonese, come anche ad alcuni esponenti del clan Esposito. “E’ stata arrestata a Milano e aveva il ruolo di fiancheggiatrice di questa organizzazione” sgominata dice a Sky TG24 il questore di Frosinone Giuseppe De Matteis Dalle indagini risulterebbe anche il coinvolgimento di Vallanzasca, noto esponente della criminalità degli anni ’70 più volte condannato per gravi reati, che avrebbe mantenuto rapporti con contesti criminali anche dal carcere.

Le indagini - Le indagini sono partite nel 2011 dal Commissariato della polizia di Stato di Cassino in seguito a episodi di usura ed estorsione a danno di alcuni imprenditori operanti tra Cassino ed il Basso Lazio. L'attività investigativa, coordinata dalla Dda di Napoli, è stata caratterizzata da intercettazioni telefoniche e ambientali, e si è avvalsa anche delle dichiarazioni dei più recenti collaboratori di giustizia. Secondo quanto ricostruito, il gruppo camorristico avrebbe approfittato dello stato di bisogno delle vittime concedendo prestiti, per i quali poi avrebbe preteso oltre alla restituzione del capitale ingenti maggiorazioni di interessi usurari, ottenendoli grazie alla forte intimidazione esercitata ricorrendo a concrete minacce che andavano dalla sottrazione dei beni e cessione dell'attività fino ad arrivare a quelle di morte.

Un progetto per vendere mozzarelle a Milano - Nell’inchiesta emergerebbe anche che con il gruppo camorristico dei Perfetto, nato dal disciolto clan La Torre di Mondragone, Renato Vallanzasca avrebbe voluto mettere in piedi un commercio di mozzarelle a Milano. Il progetto però non si concretizzò anche a causa della revoca del permesso di lavoro giunto il 22 agosto del 2012 dopo le note polemiche legate alla notizia della sua assunzione in un negozio di abbigliamento di Sarnico, nella provincia di Bergamo.

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