La corte d'appello di Milano scagiona l'ex governatore della Banca d'Italia e gli altri imputati dal reato di aggiottaggio perché "il fatto non sussiste". Il legale: "Battaglia processuale coronata dal successo"
La terza sezione penale della Corte d'appello di Milano assolve dal reato d'aggiotaggio "perché il fatto non sussiste" l'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, e le altre 12 persone coinvolte nel tentativo di scalata alla Bnl di Unipol del 2005. La Corte ha revocato, inoltre, le sanzioni pecuniarie a Unipol, Hopa e Bper imputate in virtù della legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.
Reato comunque già prescritto - Va precisato subito che il reato di aggiotaggio contestato era comunque andato in prescrizione lo scorso 19 dicembre 2012. Oltre a Fazio gli imputati erano gli ex vertici di Unipol, Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, e l'ad Carlo Cimbri, gli immobiliaristi Danilo Coppola, Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto, l'ex eurodeputato del Pdl Vito Bonsignore ed Emilio Gnutti di Hopa, il banchiere Bruno Leoni e il costruttore Gaetano Caltagirone oltre ai fratelli Ettore e Tiberio Lonati. Questo procedimento si somma a quello sul tentativo di scalata della Bpi ad Antonveneta che un anno fa aveva portato la Corte di Cassazione a confermare la condanna definitiva a 2 anni e mezzo per l'ex governatore, a un anno e otto mesi per Consorte e Sacchetti e a un anno per l'ex ad della popolare di Lodi, Giampiero Fiorani.
Soddisfazione del legale di Fazio - Intanto, a esprimere soddisfazione per il risultato incassato è stato il legale dell'ex governatore. Si tratta di "una battaglia legale coronata da un successo", ha commentato l'avvocato Roberto Borgogno. E a chi gli faceva notare come questo processo potrebbe essere letto come uno degli strumenti utilizzati per rimuovere Fazio dal suo incarico, l'avvocato ha risposto: "Certamente sì, anche se le dimissioni le ha date in forza del suo senso delle istituzioni".
Secondo processo d'appello dopo bocciatura della Cassazione - Ricapitolando l'excursus, la sentenza odierna per gli imputati è stata di fatto una seconda assoluzione, dopo quella del 30 maggio 2012, al termine del primo processo in appello. In quella circostanza, infatti, era stata confermata la condanna per insider trading soltanto per Consorte e Sacchetti. La Cassazione però il 7 dicembre 2012 aveva annullato con rinvio quella sentenza di appello di assoluzione. Si è celebrato così un processo di appello bis, che ha avuto lo stesso esito del primo, ovvero l'assoluzione degli imputati.
Reato comunque già prescritto - Va precisato subito che il reato di aggiotaggio contestato era comunque andato in prescrizione lo scorso 19 dicembre 2012. Oltre a Fazio gli imputati erano gli ex vertici di Unipol, Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, e l'ad Carlo Cimbri, gli immobiliaristi Danilo Coppola, Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto, l'ex eurodeputato del Pdl Vito Bonsignore ed Emilio Gnutti di Hopa, il banchiere Bruno Leoni e il costruttore Gaetano Caltagirone oltre ai fratelli Ettore e Tiberio Lonati. Questo procedimento si somma a quello sul tentativo di scalata della Bpi ad Antonveneta che un anno fa aveva portato la Corte di Cassazione a confermare la condanna definitiva a 2 anni e mezzo per l'ex governatore, a un anno e otto mesi per Consorte e Sacchetti e a un anno per l'ex ad della popolare di Lodi, Giampiero Fiorani.
Soddisfazione del legale di Fazio - Intanto, a esprimere soddisfazione per il risultato incassato è stato il legale dell'ex governatore. Si tratta di "una battaglia legale coronata da un successo", ha commentato l'avvocato Roberto Borgogno. E a chi gli faceva notare come questo processo potrebbe essere letto come uno degli strumenti utilizzati per rimuovere Fazio dal suo incarico, l'avvocato ha risposto: "Certamente sì, anche se le dimissioni le ha date in forza del suo senso delle istituzioni".
Secondo processo d'appello dopo bocciatura della Cassazione - Ricapitolando l'excursus, la sentenza odierna per gli imputati è stata di fatto una seconda assoluzione, dopo quella del 30 maggio 2012, al termine del primo processo in appello. In quella circostanza, infatti, era stata confermata la condanna per insider trading soltanto per Consorte e Sacchetti. La Cassazione però il 7 dicembre 2012 aveva annullato con rinvio quella sentenza di appello di assoluzione. Si è celebrato così un processo di appello bis, che ha avuto lo stesso esito del primo, ovvero l'assoluzione degli imputati.