Le Fiamme Gialle hanno passato al settaccio le dichiarazioni Isee negli atenei romani scoprendo irregolarità anche molto gravi: studenti benestanti si fingevano poveri per ottenere agevolazioni. Zingaretti: "Sono ladri di diritti"
Sull'autocertificazione la studentessa aveva scritto di guadagnare 19 mila euro l'anno, ma papà andava in giro in Ferrari e possedeva case di lusso. Un'altra ragazza, iscritta all'università di Roma Tre, ha avuto probabilmente problemi di amnesia al momento di compilare il modulo, 'dimenticandosi' un reddito annuo di oltre 70 mila euro.
Patto anti-furbi tra Gdf e Regione Lazio - Sono solo alcuni esempi di veri 'fuoriclasse della bugia', studenti universitari finti poveri che sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza di Roma nel corso dei controlli del Patto anti-furbetti stipulato con la Regione Lazio per smascherare chi, dichiarando il falso, cercava di ottenere o aveva già ottenuto alloggi, esenzioni dalle tasse, bonus sui trasporti e altri benefit destinati invece ai veri indigenti delle tre università della Capitale.
Centinaia i casi trovati - Le Fiamme gialle agli ordini del comandante provinciale, il generale Ivano Maccani, grazie a controlli mirati sul corpus di quasi 200 mila studenti, ne hanno scoperti a centinaia. E la storia della 'povera' ragazza col padre cliente delle officine di Maranello è solo la punta di un iceberg enorme, se si pensa che a presentare la dichiarazione Isee è quasi l'84 per cento degli studenti. Di questi, il 16 per cento è stato inserito nelle tre fasce più basse del reddito, almeno alla 'Sapienza', ma a Roma Tre e a Tor Vergata quelli risultati meno abbienti sono stati il 27 per cento. Tutti veri poveri? Per niente. C'è una ragazza di Tor Vergata, ad esempio, che ha dichiarato solo 14.313 euro l'anno. Peccato che fosse in realtà in possesso di un gruzzolo di oltre 600 mila euro.
I colpevoli ora dovranno restituire tutto - L'indagine su un'altra sedicente povera, poi, ha portato alla luce anche sospetti altarini domestici: non solo la famiglia risultava avere una villa con piscina, ma è saltato fuori che la piscina non era stata neanche messa a catasto. Risultato: la giovane, dalla prima fascia (quella dei veri indigenti) è precipitata addirittura in 60ma, mentre altri hanno fatto salti di dieci o anche venti posizioni. Ora dovranno restituire tutto. C'è chi aveva beneficiato di un'esenzione dalla retta di 1700 euro, e chi addirittura correva per una borsa di studio da 26 mila euro. Altri soldi torneranno agli atenei con l'incasso delle sanzioni. E c'e' infine tutto un capitolo su cui gli uomini della Finanza stanno lavorando, quello degli studenti stranieri: 7000 iscritti, di cui nove su dieci hanno presentato la dichiarazione Isee. Il 15 per cento si e' dichiarato sostanzialmente nullatenente, meno di mille euro l'anno di reddito. Nel loro caso le Fiamme gialle hanno inviato alle competenti amministrazioni dei Paesi d'origine delle richieste di mutua assistenza, per capire se nella Capitale viva di nascosto un piccolo esercito di 'turisti dell'evasione'.
Patto anti-furbi tra Gdf e Regione Lazio - Sono solo alcuni esempi di veri 'fuoriclasse della bugia', studenti universitari finti poveri che sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza di Roma nel corso dei controlli del Patto anti-furbetti stipulato con la Regione Lazio per smascherare chi, dichiarando il falso, cercava di ottenere o aveva già ottenuto alloggi, esenzioni dalle tasse, bonus sui trasporti e altri benefit destinati invece ai veri indigenti delle tre università della Capitale.
Centinaia i casi trovati - Le Fiamme gialle agli ordini del comandante provinciale, il generale Ivano Maccani, grazie a controlli mirati sul corpus di quasi 200 mila studenti, ne hanno scoperti a centinaia. E la storia della 'povera' ragazza col padre cliente delle officine di Maranello è solo la punta di un iceberg enorme, se si pensa che a presentare la dichiarazione Isee è quasi l'84 per cento degli studenti. Di questi, il 16 per cento è stato inserito nelle tre fasce più basse del reddito, almeno alla 'Sapienza', ma a Roma Tre e a Tor Vergata quelli risultati meno abbienti sono stati il 27 per cento. Tutti veri poveri? Per niente. C'è una ragazza di Tor Vergata, ad esempio, che ha dichiarato solo 14.313 euro l'anno. Peccato che fosse in realtà in possesso di un gruzzolo di oltre 600 mila euro.
I colpevoli ora dovranno restituire tutto - L'indagine su un'altra sedicente povera, poi, ha portato alla luce anche sospetti altarini domestici: non solo la famiglia risultava avere una villa con piscina, ma è saltato fuori che la piscina non era stata neanche messa a catasto. Risultato: la giovane, dalla prima fascia (quella dei veri indigenti) è precipitata addirittura in 60ma, mentre altri hanno fatto salti di dieci o anche venti posizioni. Ora dovranno restituire tutto. C'è chi aveva beneficiato di un'esenzione dalla retta di 1700 euro, e chi addirittura correva per una borsa di studio da 26 mila euro. Altri soldi torneranno agli atenei con l'incasso delle sanzioni. E c'e' infine tutto un capitolo su cui gli uomini della Finanza stanno lavorando, quello degli studenti stranieri: 7000 iscritti, di cui nove su dieci hanno presentato la dichiarazione Isee. Il 15 per cento si e' dichiarato sostanzialmente nullatenente, meno di mille euro l'anno di reddito. Nel loro caso le Fiamme gialle hanno inviato alle competenti amministrazioni dei Paesi d'origine delle richieste di mutua assistenza, per capire se nella Capitale viva di nascosto un piccolo esercito di 'turisti dell'evasione'.