Ruby, i giudici: "Berlusconi sapeva che era minorenne"

Cronaca

Depositate le motivazioni della condanna a sette anni di carcere per l'ex premier: provati gli atti sessuali tra lui e la giovane. "Karima - si legge - era in un collaudato sistema prostitutivo". Il Cavaliere "intervenne pesantemente" sulla Questura

Secondo i giudici della IV sezione penale del Tribunale di Milano "risulta innanzitutto provato" che l'ex premier Silvio Berlusconi "abbia compiuto atti sessuali con Karima El Mahroug", detta Ruby, "in cambio di ingenti somme di denaro e di altre utilità quali gioielli" e che l'ex premier fosse "il regista" del "bunga-bunga".
Questo è quanto si legge nelle circa 330 pagine delle motivazioni della sentenza con la quale il Tribunale il 24 giugno scorso ha condannato in primo grado l'ex premier a sette anni di reclusione per concussione per costrizione e prostituzione minorile, nel cosiddetto processo Ruby.

Provati atti sessuali tra Berlusconi e Ruby - E ancora, secondo quanto si legge nelle motivazioni depositate, i giudici ritengono che "la valutazione unitaria del materiale probatorio illustrato evidenzi lo stabile inserimento della ragazza nel collaudato sistema prostitutivo di Arcore ove giovani donne, alcune delle quali prostitute professioniste, compivano atti sessuali in plurimi contesti".

Il Cav sapeva che Karima era minorenne - Il collegio giudicante, presieduto da Giulia Turri, scrive ancora che Berlusconi era consapevole del fatto che Ruby fosse minorenne: ne è prova, a loro dire, la telefonata che l'ex premier fece in Questura la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando Ruby fu fermata per furto. "La prova della consapevolezza in capo all'imputato si trae logicamente dal comportamento tenuto da Berlusconi a seguito del controllo di Karima effettuato dal Commissariato Monforte-Vittoria in corso Buenos Aires". E ancora: "Se davvero non fosse stato al corrente della minore età della ragazza all'epoca della loro frequentazione, come dallo stesso affermato, egli non avrebbe avuto alcun motivo di intervenire, telefonando al capo di Gabinetto Pietro Ostuni per evitare il foto segnalamento e il collocamento della giovane in comunità protetta", argomentano i giudici.

Da Berlusconi sistematico inquinamento prove - Il Tribunale ritiene ancora "di dovere tenere conto anche della capacità a delinquere dell'imputato, desunta dalla condotta susseguente ai reati, consistita nell'attività sistematica di inquinamento probatorio a partire dal 6 ottobre 2010, attuata anche corrispondendo a El Marough Karima e ad alcune testimoni ingenti somme di denaro".





Il caso Ruby (lo speciale) - Nel processo - iniziato il 6 aprile 2011 con rito immediato - l'accusa ha sostenuto che Berlusconi avesse avuto rapporti sessuali a pagamento con Ruby quando la giovane marocchina era ancora minorenne, e che la sera del 27 maggio 2010 avesse fatto pressioni illegittime sui funzionari della Questura di Milano - di qui l'accusa di concussione - dicendo che si trattava della nipote dell'allora presidente egiziano Hosni Mubarak e facendola affidare alla allora consigliera regionale Pdl Nicole Minetti (condannata a cinque anni nel processo "gemello").
Berlusconi ha sempre negato entrambe le accuse, e ha definito le serate nella sua villa "cene eleganti" citando diversi testimoni, e ha sempre dichiarato di aver aiutato economicamente Ruby solo per favorire la sua uscita da un momento di difficoltà.

Le reazioni - Le motivazioni, oltre alla reazione dei legali del Cavaliere Ghedini e Longo che hanno parlato di sentenza "surreale in totale contrasto con gli elementi probatori, con la logica, con i fondamentali principi di diritto e con la giurisprudenza della Corte di Cassazione", hanno suscitato una pioggia di critiche da parte del centro-destra. Con Renato Schifani che ha parlato di continuo "accanimento giudiziario" e con Daniela Santanché che ha bollato le motivazioni come "femminicidio giudiziario" e Alfano che le ha ritenute "ingiuste.

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