Il racconto da Lampedusa: "Braccia alzate, chiedevano aiuto"

Cronaca
Il recupero dei corpi delle vittime del naufragio di Lampedusa, 3 ottobre 2013

"La scena è stata drammatica" dice a SkyTG24 uno dei pescatori che ha soccorso i migranti a bordo del barcone naufragato e costato la vita a oltre cento persone. I superstiti: "Tre pescherecci non ci hanno soccorso". Alfano: "Non hanno visto la barca"

"Era l'alba. Ad un certo punto ci è sembrato di sentire delle grida, delle voci. In un primo momento abbiamo pensato si trattasse di gabbiani, poi un mio amico ha insistito dicendo 'andiamo in mare, andiamo in mare'". Parla così ai microfoni di SkyTG24 uno dei pescatori che per primo ha raggiunto il barcone naufragato davanti all'isola di Lampedusa. A bordo c'erano circa 500 persone: oltre cento sono morte in mare. Tra queste anche donne e bambini. (L'aggiornamento - le foto - la ricostruzione di Angelino Alfano).

Il racconto di un pescatore - "La scena è stata drammatica - continua il pescatore mentre si commuove - Tutte queste persone con le braccia alzate che chiedevano aiuto. Una scena raccapricciante. A quel punto abbiamo chiamato la Capitaneria di Porto e ci siamo affrettati a far salire sulla mia barca quante più persone possibile. Ne sono salite 47".

I superstiti: "Tre pescherecci non ci hanno soccorso" - Ma è polemica dopo le dichiarazioni fatte da alcuni dei superstiti che hanno denunciato di essere partiti "dal porto libico di Misurata. Su quel barcone eravamo in 500. Non riuscivamo nemmeno a muoverci. Durante la traversata tre pescherecci ci hanno visto ma non ci hanno soccorso".

Alfano: i pescherecci non hanno visto barca - Immediata, però, la risposta del ministro dell'Interno Angelino Alfano che afferma che i pescherecci "non hanno visto il barcone naufragato altrimenti sarebbero intervenuti. Gli italiani - aggiunge - sono di grande cuore, abbiamo soccorso 16mila naufraghi". E hanno dato esempio del "grande cuore" degli italiani le decine di pescatori lampedusani che sono accorsi per prestare i primi soccorsi ai sopravvissuti; hanno aiutato le motovedette della Capitaneria di porto e improvvisato una vera e propria propria catena umana per aiutare i migranti finiti in mare.

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