Bimba morta a Tor Vergata, sospeso l'anestesista

Cronaca
Policlinico Tor Vergata

Sono sette, tra medici e infermieri, gli indagati per la morte della bambina di 2 anni e mezzo. Il padre di Giulia: "Non cadano solo le teste degli ultimi della catena". Il direttore generale dell'ospedale: il catetere era pediatrico

Sospeso dal servizio "in attesa di ulteriori accertamenti" l'anestesista che mercoledì 11 settembre ha partecipato all'intervento chirurgico al Policlinico Tor Vergata di Roma a seguito del quale è morta una bambina siciliana di due anni e mezzo.
Il provvedimento, il primo a coinvolgere ufficialmente uno dei componenti dell'equipe chirurgica che ha operato Gloria, questo il nome della piccola che doveva essere sottoposta a trapianto di midollo osseo (era leucemica, il fratellino era il donatore), è stato firmato nel pomeriggio di lunedì 16 settembre dal direttore generale dell'ospedale Enrico Bollero che, in diretta tv con i genitori della piccola, ha promesso "trasparenza e rigore" e ha assicurato che "se saranno ravvisate mancanze saranno inderogabilmente puniti i responsabili. Da parte nostra non c'è il desiderio di coprire nessuno".
La procura di Roma ha inoltre iscritto nel registro degli indagati 7 membri dell'equipe che ha operato la piccola di 2 anni. Si tratta di medici ed infermieri.

L'ipotesi: manovra errata - "Bene -  hanno commentato i genitori della piccola - ma non cadano solo le teste degli ultimi della catena". L'ipotesi in corso di verifica è che la squadra che l'11 settembre aveva sottoposto la piccola a un intervento propedeutico a un futuro trapianto avrebbe commesso una "manovra errata" nell'impianto di un catetere venoso. Ma sotto accusa almeno per ora c'è solo l'anestesista, lo stesso medico che qualche giorno fa fu difeso dal suo primario: "Il collega che operava è esperto e non è vero che abbiamo sbagliato catetere. C'è stata una complicanza che in casi così gravi può accadere" aveva affermato il dirigente.

Le indagini si concentrano sul catetere - Il direttore generale dell'ospedale Enrico Bollero ha spiegato comunque di essere pronto a consegnare alla Regione e alla magistratura, che conducono parallelamente altre indagini, i risultati della relazione della direzione sanitaria. Dal dossier emerge tra l'altro un particolare che se confermato smentirebbe le voci secondo cui sarebbe stato utilizzato nell'intervento un catetere da adulto, troppo grande rispetto alla piccola vena della bambina: "Mi è stato certificato che era pediatrico - ha asserito il dg di Tor Vergata - mi sembrerebbe assurdo che qualunque medico possa prestarsi a un intervento di questo tipo con un catetere da adulto". Sta di fatto che proprio su questo catetere, subito sequestrato dai carabinieri dei Nas, si stanno concentrando le indagini della Procura di Roma. Ma la magistratura vuole anche attendere gli esiti completi dell'autopsia. Di certo si sa per ora che la bambina è morta a seguito di una emorragia che le ha invaso il torace di sangue. Ma quello che va ancora accertato - e in questo senso diverse persone saranno ascoltate - sono altre eventuali responsabilità che vanno al di là dell'impianto del catetere.

Bisognerà in sostanza verificare quanto in questi giorni i genitori della piccola ripetono disperati: la loro figlia, hanno ribadito anche lunedì 16 settembre in tv, è stata abbandonata, non le sono state prestate cure tempestive, la sua situazione è stata sottovalutata, ha passato un'ora in una sala post operatoria: "In quella stanza è stata assassinata - ha ripetuto oggi la madre, incinta di un altro figlio - La mia gravidanza procede malissimo, ho minacce di aborto". L'altro figlio, quello più grande che doveva donare alla sorellina il midollo osseo per un trapianto, è sotto choc: "Pensava di salvare la sorellina. Gli abbiamo spiegato che non è stata colpa sua".

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